Er Carnacciaro

luglio 02, 2019


Una tipica figura romana antica era il “carnacciaro”, ossia colui che vendeva la “carnaccia” per gatti. Questo tipo di carne solitamente era rappresentata dagli scarti di macelleria, quali il polmone, le interiora (o “frattaje” come si dice a Roma) e la trippa, che lui vendeva lessata e tagliuzzata. Girava la mattina presto e non aveva bisogno di urla per farsi annunciare, come fanno la maggior parte dei venditori ambulanti; a lui bastava un semplice fischio, che i romani chiamavano “sordino”, e i gatti accorrevano subito miagolando e con i loro miagolii avvisavano il padrone del suo arrivo. Non tutti i gatti avevano, però, un padrone: lui sfamava pure quelli e li catturava per rivenderli. Il gatto era molto richiesto come animale domestico, perché teneva lontano i topi dalle dispense. Sembra che questa attività sia rimasta in voga fino al 1944, sostituita poi dalla “gattara”, figura femminile che porta cibo ai gatti delle colonie feline e di altri luoghi sparsi in giro per Roma.

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