Gli ex-voto
gennaio 09, 2021
Su via Flaminia, presso l’incrocio
con via Enrico Chiaradia, un’elegante costruzione ricorda il Pantheon. È il
tempietto costruito dal Vignola su commissione di papa Giulio III. Il pontefice
lo volle dedicare a Sant’Andrea, come ex voto, per essere scampato vivo al sacco
di Roma del 1527. Quando era ancora cardinale, infatti, fu uno degli alti prelati
consegnati da papa Clemente VII alle forze dell’imperatore come ostaggi, e probabilmente
sarebbe stato ucciso, insieme agli altri, a Campo de’ Fiori, se non fosse
riuscito a fuggire dalla città il 30 novembre, giorno dedicato dalla chiesa
cattolica all’apostolo Andrea, fratello di Pietro; ha perciò la funzione di
chiesa votiva, cappella privata e chiesa rurale extra urbana, essendo a quel
tempo costruita all’interno del complesso della villa suburbana del papa (villa
Giulia).
Affidarsi a un santo protettore o alla Madonna è una pratica piuttosto
diffusa tra i credenti. In alcuni casi, si giunge a promettere un’azione pia o
una rinuncia per assicurarsi la grazia divina. Santi, Madonne, Gesù Bambini,
statue, mosaici e immagini sacre scelte spontaneamente dal popolo, per
rivolgere preghiere e chiedere la grazia. Una location, piuttosto famosa, era
in viale del Policlinico, pochi metri prima di piazza Fabrizio Girolamo. Qui,
addossata alle mura romane, trovava spazio un’area invasa da piccole iscrizioni
marmoree poste dalla gente comune per ringraziare il cielo per la grazia
ricevuta. È immortalata nel film Vacanze Romane tra i luoghi visitati da
Gregory Peck e Audrey Hepburn durante il celeberrimo giro in vespa.
Negli anni
Cinquanta le piccole targhe marmoree arrivarono a coprire diverse decine di
metri del muro dove erano sistemate. Furono rimosse e portate al santuario del
Divino Amore, dove si trovano ancora oggi. Guardando con attenzione quel tratto
di mura si vedono ancora i fori lasciati da tutte quelle piccole lapidi. Un’immagine
sacra la troverete a largo Preneste, dove la via Prenestina incrocia via di Portonaccio (foto di copertina e qui sotto). È una Madonnina sommersa da centinaia di ex voto. Targhe, scritte e fiori
esprimono riconoscenza per le grazie ricevute e le preghiere ascoltate. Sono tantissime,
si distendono su tutto un muro sporco e rovinato. Alcune dicono semplicemente
grazie, altre racchiudono poche frasi o brevi poesie.
Qualcuna racconta frammenti di storie di gioia e di dolore. È il muro del pianto, quello della speranza e della preghiera. È la natura umana che, nei momenti difficili, non può fare a meno di appellarsi a qualcosa di più alto, superiore. Fa sorridere come questo brulicare di ex voto abbia incluso anche scritte piuttosto pagane. Sullo stesso muro, immerso fra espressioni di devozione e fede, si intravede anche il cartello stradale che recita banalmente Largo Preneste e un cartellone pubblicitario che, settimana dopo settimana, cambia il dio a cui si rivolge.
(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
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