L'Osteria della Vacca

ottobre 24, 2021

Una delle osterie più note e più antiche di Roma era quella della Vacca, all’angolo tra il vicolo del Gallo e via dei Cappellari. La sua notorietà, tuttavia, non era dovuta alla prelibatezza dei piatti preparati in cucina e neanche alla cortesia dei gestori. Era famosa perché era la locanda di proprietà di Vannozza Cattanei, famosa cortigiana di Roma, amante del cardinale Rodrigo Borgia e madre di Lucrezia e Cesare Borgia.


Per salvare le apparenze, quando resta incinta del primo figlio si sposa con un certo Domenico Arignano, alla morte del quale subentra, come secondo marito, tale Giorgio della Croce. Ma anche quest’ultimo, dopo appena un anno, muore e Vannozza si sposa per la terza volta con il nobile milanese Carlo Canale. Quando Rodrigo diventa pontefice con il nome di Alessandro VI, la vita di Vannozza cambia: sempre più nascosta, ai margini della famiglia, fino alla fine della relazione. Acquista allora un palazzetto su Campo de Fiori, all’angolo tra il Vicolo del Gallo e via dei Cappellari e ci installa una locanda, che verrà chiamata dal popolo “della Vacca”, probabilmente in modo dispregiativo nei confronti di Vannozza. Oggi un portone di legno nasconde un ingresso murato e sulla chiave dell’arco del portoncino vi è uno stemma di marmo.


È tutto ciò che resta della chiacchieratissima osteria, ma è sufficiente per godersi un piccolo aneddoto ancora decifrabile con un po’ di attenzione. Lo stemma è diviso in quattro porzioni: in alto a sinistra, vi sono raffigurati un toro e, in basso a destra, sei fasce chiare e scure, simboli presenti negli stemmi araldici della famiglia Borgia; in alto a destra e in basso a sinistra, un leone rampante (arme inventato dei Cattanei) e un leone uscente (arme di Carlo Canale) nonché un compasso, forse simbolo del suo unico amico, lo scultore ed architetto Andrea Bregno. Chissà se per punire la vita troppo terrena di Vannozza, la sua anima non trovò pace neppure dopo la morte, avvenuta nel 1518. Fu sepolta nella seconda cappella a sinistra di Santa Maria del Popolo con il figlio Juan, che era stato assassinato nel 1497 dal fratello Cesare.


Le loro tombe non sono più identificabili: la cappella diventa proprietà del banchiere Agostino Chigi, grazie anche all’aiuto di papa Giulio II, acerrimo nemico dei Borgia, e le tombe finiscono negli scantinati, insieme ad altri materiali di scarto. Da qui verrà prelevata la lapide per i nuovi pavimenti della basilica di San Marco, dove tornerà alla luce, molti anni dopo, per caso, durante un restauro del sagrato della chiesa. Era volutamente capovolta tra i materiali che componevano il pavimento. Oggi si trova affissa nell’atrio della chiesa. Se volete sapere cosa c'è scritto cliccate qui.



(Claudio Colajacomo – Il giro di Roma in 501 luoghi)
(ricerca.repubblica.it) 

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