Antonio Canova quando giunse a
Roma, povero e sconosciuto, fu ospitato nella casa di Giovanni Volpato, un
incisore e ceramista, che aveva intuito subito il genio del ragazzo. Non tardò
il Canova ad innamorarsi di Domenica, la bella figlia del suo protettore e, con
gran gioia del Volpato, ma con poco entusiasmo da parte della interessata,
furono combinate le nozze. Con il passare dei giorni però, la ragazza appariva
sempre più triste, e il giovane artista decise di vederci chiaro. Cominciò a
chiedere notizie. "Alcuno gli riferì che sulla sera la fanciulla parlava
dalla sua finestra con un giovane. Che fare? Arruola, per uno scudo, un robusto
cascherino, si fa porre nel fondo di una grossa cesta e, con l'aiuto
dell'oscurità, si fa portare sotto le finestre della fidanzata. Il tradimento
era vero! Domenica amoreggiava con Raffaele Morghen, giovane incisore, alunno
del padre." La storia delle corna fece il giro di Roma, il matrimonio andò
a monte e Canova fece giuramento di non prendere mai moglie, dedicandosi esclusivamente
all'arte e al lavoro, circondandosi solo degli amici. Rimase, infatti, celibe,
considerando questa la situazione unica ed essenziale per avere la certezza di
non essere cornuto.