I nasoni più antichi di Roma

gennaio 17, 2020


I nasoni comparvero in città all'indomani della tanto sospirata unità d’Italia. Con l’aumento della popolazione si rese, infatti, necessario riorganizzare tutto il sistema delle acque cittadine. Fu così che, su iniziativa dell’assessore Rinazzi, vennero istallati nel 1874 i primi venti nasoni a uso e consumo del popolo romano. Col tempo la loro diffusione seguì di pari passo la crescita urbana ed è per questo che sono una presenza familiare anche a Testaccio e alla Garbatella, a Prati e a Balduina. Che poi, a volerli guardare bene, non sono neanche tutti uguali. I più antichi non avevano neppure la celebre cannella all'ingiù, ma tre teste di drago poste più o meno alla metà del cilindro. 

Nasone in via delle Tre Cannelle
Di questo primo modello, quasi del tutto scomparso, ne restano solo tre esemplari: uno in piazza del Pantheon, ai piedi della grande fontana, l’altro in via delle Tre Cannelle, una traversa di via IV Novembre e l’ultimo si incontra in via di San Teodoro, a ridosso del Palatino. Se, per molti aspetti, Roma non è alla pari nei servizi con le altre capitali del mondo, dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico è all'avanguardia, eccome! E cascasse anche il Colosseo, ma sui celebri nasoni ci si può sempre contare: dai circa 2500 che sono sparsi in città, l’acqua vi scorre libera e copiosa, limpida e fresca. Anche se molto spesso, specie in estate, scoppia la polemica, perché tanta acqua gratis pare uno spreco.

Nasone al Pantheon
Per un periodo vennero allora installati dei rubinetti per limitarne il consumo, ma alla fine si decise di rimuoverli, perché l’acqua nelle tubature si riscaldava troppo, ristagnando in modo sospetto. Oggetti amati dell’arredo cittadino, al pari dei monumenti, anche loro, ogni tanto, devono fare i conti con i vandali o con gli amanti di souvenir. Se quello di Campo de’ Fiori venne divelto da teppisti, in una serata alcolica di primavera, l’altro di via Casal de’ Pazzi spari addirittura dalla notte al giorno, lasciando i cittadini del quartiere e il Municipio decisamente a bocca aperta, per non dire asciutta. Ma per breve tempo, perché uno nuovo e fiammante fu presto forgiato a riparare il torto subito.

Nasone in via di San Teodoro (seminascosto dalla vegetazione addossato alla parete dell'Ambasciata del Belgio)

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