Giochi antichi al Foro Romano

marzo 25, 2020


La basilica Giulia, tra gli edifici più imponenti del Foro Romano, si trovava sulla sinistra dell’antica via Sacra, procedendo in direzione del Campidoglio. Oggi non ne rimane quasi nulla, solo pochi resti delle colonne, parte della pavimentazione e i gradini del basamento. Sembra incredibile, ma dopo tanti secoli e tanto splendore, sono visibili alcune interessanti incisioni sul marmo dei gradini. Si tratta di tavole da gioco improvvisate per semplici giochi da tavolo (perdonate il gioco di parole) simili alla dama o al backgammon. La basilica era un luogo pubblico molto frequentato, dove trattare affari e discutere le vicende dell’impero. Un luogo che attirava mercanti e gente comune, molti dei quali si affollavano proprio sugli scalini dell’edificio, oziando e improvvisando giochi per trascorrere il tempo. Per scovare le incisioni bisogna vestire i panni di un archeologo e prepararsi agli sguardi incuriositi dei turisti. Dovrete, infatti, camminare lungo la recinzione che protegge i gradini, scrutare ogni lastra di marmo alla ricerca di incisioni. Con un po’ di fortuna e un occhio attento, vedrete dei cerchi con una serie di fossette, sistemate sulla circonferenza e al centro.


È una tabula Iusoria, un gioco da tavolo, una sorta di tris, dove i giocatori muovevano a turno dei sassolini cercando di allinearli. I giochi da tavolo erano molto popolari e tanti di quelli in voga ancora oggi affondano le loro radici proprio ai tempi dei romani. Nei vicini musei capitolini, nelle sale del Tabularium, sono conservate una serie di incisioni di giochi antichi con la spiegazione delle regole.


La visita vale davvero la pena, anche perché avrete il privilegio di godere una magnifica vista su tutto il Foro Romano.


Nel 78 a.C. l’architetto Lucio Cornelio fu incaricato dal console Quinto Lutazio Catulo di ricostruire alcune strutture distrutte da un terribile incendio, fra cui il “Tabularium”. L’archivio imperiale si ergeva ad occupare quell'arcaica depressione del colle Capitolino nota come “Asylum”: qui si raccoglievano le tavole di bronzo sulle quali erano incise le leggi, i decreti pubblici e i trattati di pace. Dal Foro Romano si nota ancora la monumentale facciata che caratterizza il “Tabularium”, innalzato su un basamento di tufo e peperino, alto quasi 80 metri, e costruito per elevare la struttura allo stesso livello degli altri edifici; sopra di esso tre imponenti archi, affiancati da semi colonne doriche, formano un loggiato sopra il quale si erge il moderno Palazzo Senatorio.


Si suppone che in origine le arcate fossero ben dieci, e che vi fosse anche un secondo piano, dove era collocato l’archivio vero e proprio. Inoltre, sul lato sud-occidentale, una rientranza nasconde i resti del preesistente Tempio di Veiove, antica divinità infernale, databile al II secolo a.C., e risparmiato dalla costruzione del nuovo edificio pubblico. Sin dal Medioevo il Tabularium è fortificato e usato come palazzo comunale, ma soprattutto l’edificio è integrato alla grandiosa opera michelangiolesca che nel corso del Cinquecento trasformerà radicalmente il colle Capitolino.




(Claudio Colajacono - Il giro di Roma in 501 luoghi)
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma almeno una volta nella vita)

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