Street art Ostiense

luglio 18, 2021

Blu: I mille volti di Blu

Non c’è città d’arte che possa superare Roma, per bellezza e quantità di opere. Ma oltre all’arte classica, molte zone underground della città stanno diventando mete turistiche, per le loro meravigliose opere di Street Art. La capitale è stata una delle prime città a dare spazio alla street art, utilizzandola come strumento di riqualificazione delle aree.

I Palazzi di Tor Marancia, simbolo della riqualificazione urbana grazie alle opere di Street Art
Una delle zone a maggior concentrazione di murales è senza dubbio Ostiense, quartiere dalle radici popolari, posto fra Garbatella e Testaccio, che ultimamente sta vivendo un processo di riqualificazione urbana, dove l’archeologia industriale ha trovato il giusto compromesso con l’arte, dando vita ad uno dei Musei più affascinante della città: la Centrale Montemartini.

Centrale Montemartini: straordinario esempio di archeologia industriale riconvertito in sede museale
Anche la street art ha dato il suo contributo al miglioramento della zona, con la realizzazione di numerosi murales ad opera dei più famosi artisti e le due cose, insieme, rendono Ostiense una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte classica e di quella a cielo aperto. Mi dirigo verso via del Porto Fluviale, ma già su via Ostiense, sul muro di cinta, c’è un lungo murale di Carlos Atoche, la Caduta dei Giganti: grandi teste di statue classiche in un mare blu dove i pesci nuotano imperturbabili.
  
Carlos Atoche: La Caduta degli Dei (particolare)
La descrizione da parte dell’artista della sua opera è “tutti i poteri sono passeggeri, è la forza della natura che resiste”, simboleggiando con le teste il potere decaduto e la gloria dimenticata, mentre la forza della Natura, con il suo impulso vitale, è l’unica che rimane sempre. Arrivata in via del Porto Fluviale, mi trovo davanti a quello che ritengo il più famoso murales della zona, o quanto meno quello che conosco meglio: il murales di BLU sull’ex caserma dell’aeronautica in via del Porto Fluviale.  Mi hanno sempre incuriosito quei volti mostruosi disegnati intorno alle finestre che ne diventano gli occhi, in un bellissimo gioco di forme e colori. Chiamato “I mille volti di Blu” è considerato dall’artista stesso la sua migliore esperienza. Il murales ricopre le due facciate, che prospettano su via del Porto Fluviale e via delle Conce, dell’edificio che, dal 2003, è occupato da numerose famiglie di migranti e sicuramente a questo si riferisce il messaggio dell’artista, che in ogni personaggio racconta una storia diversa: di ingiustizia sociale, di sfruttamento delle risorse ambientali o di disuguaglianze causate dal capitalismo.

Blu: I mille volti di Blu (particolare)
Di fronte a questo, dall’altro lato della strada, sempre ad angolo, questa volta con via del Gazometro, un altro grande murales detiene un record particolare: è il più grande murales antinquinamento d’Europa. Commissionato dalla proprietaria dell’edificio, il murales è stato realizzato dallo street artist milanese Iena Cruz, nel 2018, con delle pitture ecosostenibili al 100%, che purificano l’aria, assorbendo le polveri inquinanti e trasformandole in sali inermi, il suo nome è “Hunting Pollution”.

Iena Cruz: Hunting Pollution
Faccio una deviazione in Via delle Conce, dove anche nel sottopassaggio si trovano delle “chicche” interessanti.

Sottopassaggio via delle Conce
Passato il ponte, sulla sinistra ci troviamo di fronte ad un murales in bianco e nero, surreale e vagamente inquietante, dove le figure sembrano galleggiare in un mare nero, soli e senza testa o avvolte in complessi vortici.

Herbert Baglione: Vita e morte (particolare)
L’opera è dell’artista Herbert Baglione e rappresenta una visione, e forse anche una critica, della società contemporanea: viviamo isolati e distratti, sovrastati da cupi pensieri, incapaci di colmare le distanze che ci separano. Alienazione e isolamento sono i temi centrale di questo murales senza colori.

Herbert Baglione: Vita e morte
Diversi, invece, i due murales che ci troviamo di fronte: uno, opera degli artisti Lex & Sten, è una gigantografia, presa da un annuario universitario, di un giovane, “Alberto”, realizzato con una tecnica particolare chiamata “stencil poster”: viene applicato al muro lo stencil come fosse un poster e gli artisti ci dipingono sopra. Successivamente viene rimossa la matrice o si aspetta che siano gli agenti atmosferici a farlo. Quello che resta è uno strano effetto ottico che cambia a seconda di dove ci si posiziona per ammirarlo. Accanto al giovane, al di là di una porta d’ingresso di un locale notturno, che separa i due murales, un realistico bodyguard, realizzato dal francese MTO, ci guarda con aria poco rassicurante, l’opera è chiamata “Silvio’s House” e indovinate un po’ a chi si riferisce?

Lex&Sten: Alberto e Mto: Silvio's House
Di recentissima esecuzione l’opera di Isiderio, un collettivo di giovani artisti di Montesilvano, vicino Pescara. Di passaggio a Roma, hanno trovato un muro vuoto in questa via e, in omaggio al proprietario della parete, amante della musica anni ’60, hanno raffigurato Elvis Presley ed un suo aforisma: “segui quel sogno, dovunque il sogno possa condurre”, che ben si sposa con la loro filosofia. La parola Isiderio contiene in sé sidus, che in latino significa stella, ogni ragazzo ha in se una stella, deve solo trovare il modo di farla brillare, mentre l’anagramma della parola è “dire di si”, sì nell’aiutare chiunque abbia voglia di brillare.

Il murales del gruppo Isiderio
Torniamo di nuovo in via del Porto Fluviale e percorriamola fino all’incrocio con via del Commercio (poco prima di arrivare al Ponte di Ferro). Qui troviamo il “Nuotatore”, detto anche “Acquario urbano”, o “Fish ‘n Kids”, di Agostino Iacurci, che ad un primo momento sembrerebbe la pubblicità della sottostante storica Pescheria Ostiense. Realizzato per lo Street Art Outdoor Festival del 2011, rappresenta un uomo con cuffia e occhialini mentre nuota felicemente fra pesci colorati. La targa vicino all’opera ci spiega, invece, come “la città sia un acquario urbano”, dove “una figura nuota indisturbata in un vortice di pesci, in una sintonia perfetta, che è metafora di pacifica convivenza”.

Agostino Iacurci: Il Nuotatore
Voltando in via del Commercio, arriviamo in via dei Magazzini Generali. Proprio qui ebbe inizio il celebre festival di Arte Urbana Outdoor. Nella prima edizione del 2010, furono realizzati due murales straordinari, che sembrano dialogare fra loro: da un lato della strada, su un muro lungo 60 metri, sono rappresentati, in ordine alfabetico, alcuni personaggi famosi, in qualche modo significativi nella vita dell'artista, io non sono riuscita a dare un nome proprio a tutti, voi? L’opera si chiama “Wall of Fame” di J.B. Rock ed è stato il primo grande murales di Roma Ostiense.

J.B. Rock: Wall of Fame
Proprio come spettatori che assistano ad una sfilata sul Red Carpet, dalla parte opposta della strada sono ritratti, invece, da Sten&Lex, alcuni abitanti immaginari del quartiere, ritratti su fondo blu.

Il murales di Sten & Lex
Sempre in questa strada troviamo un murales, stavolta effettivamente a scopo pubblicitario, commissionato da Cartoon Network, la cui sede romana è proprio nell’edificio disegnato. Gli artisti sono Omino71 e Mr. Klevra, romani, e raffigura i più famosi ed amati personaggi del canale televisivo.

Il murales per Cartoon Network di Omino71 e Mr. Klevra,
Proseguiamo su via dei Magazzini Generali e arriviamo all’incrocio con via del Gazometro, dove svoltiamo a destra. Giunti in piazza del Gazometro, di nuovo a destra e siamo all’inizio di via del Commercio, dove troviamo due murales che pur se realizzati nel 2011 e nel 2012 (anch’essi in occasione dell’Outdoor Festival) restano ancora fra le più importanti opere di street art a Roma Ostiense.  L’artista Kid Acne, ispirandosi al detto romano “Mettice ‘na pezza”, con il Gazometro a fare da sfondo, realizza un murales lungo 65 metri che recita “Paint over the cracks”, ovvero dipingi sopra le crepe, una esortazione a migliorare con arte e creatività le tante “brutture” (crepe) della città.

Il murales di Kid Acne 
Il muro dell’ex chiesetta di quel posto dove si produceva gas dalla combustione del carbone, per essere distribuito nelle case dei romani, è invece impreziosito dall’opera di Solo e Diamond che, insieme, hanno realizzato un’opera fondendo le loro caratteristiche: di ispirazione all’Art Nouveau, Diamond e alla produzione di super eroi per quando riguarda invece Solo.

Diamond e Solo: Fuoco Fatuo
L’opera si intitola “Fuoco Fatuo” ed ha una piccola curiosità: in basso a destra c’è un piccolo animale blu, Gaspardo, che fu creato nel 1988 per la pubblicità dell’Italgas da un noto pubblicitario del Novecento, Carlo Gaspardone, lo stesso che anni prima aveva ideato il famosissimo “Miguel son mi” della Lavazza, che solo i “datati” come me possono ricordare.

Diamond e Solo: Fuoco Fatuo 
Di murales ce ne sono ancora tanti dislocati nella zona, io non sono riuscita a trovarli tutti, l’ultimo che ho trovato è un po’ più spostato rispetto a questi appena visti. Si trova sulla via Ostiense, a pochi passi dalla Centrale Montemartini e a realizzarlo è sempre l’artista BLU, sulla facciata del centro sociale Alexis, dedicato a Alexis Grigoropoulos, lo studente di 15 anni, ucciso dalla polizia durante gli scontri nel 2008, che è ritratto in basso a destra.

Blu: Alexis
L'edificio è in totale stato di abbandono e molto degratato e anche il murales è piuttosto rovinato: una lunga catena di auto gialle incatenate tra loro e chiuse da un gigantesco lucchetto, simbolo di schiavitù. Le macchine sono forse una denuncia al traffico intenso della metropoli.

Blu: Alexis



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