La Colonna dell'Immacolata

aprile 30, 2020


Nel 1854 papa Pio IX dichiarò il dogma dell’Immacolata Concezione firmando la costituzione apostolica, Ineffabilis Deus. L’evento fu celebrato erigendo, nel 1857, uno degli ultimi monumenti della Roma papalina: la colonna dell’Immacolata in piazza Mignanelli.


Ogni 8 dicembre il pontefice presenzia un rito che attrae molti curiosi. I vigili del fuoco issano una scala fino alla statua della Vergine per porgerle in omaggio una corona di fiori. Quella che oggi è una tradizione spettacolare e molto sentita in città, poco più di 150 anni fa era un evento controverso, al punto che il papa non partecipò più alle celebrazioni fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Solo pochi anni prima dell’inaugurazione, infatti, Pio IX era stato esiliato a Gaeta dietro pressione del popolo e la città era ancora scossa dall'aggressività che il pontefice aveva utilizzato per ripristinare il governo pontificio, attraverso mesi di assedio e bombardamenti da parte delle truppe francesi. Il tempo, si sa, lenisce le ferite. Le generazioni si susseguirono e quei sentimenti furono presto sopiti. Oggi rimane una solenne festa di popolo e una delle rare occasioni in cui il papa si reca ufficialmente in visita sul territorio italiano. La colonna risale all'antica Roma, rinvenuta a fine Settecento nel sottosuolo del monastero di Santa Maria della Concezione, a Campo Marzio. Oggi è sormontata da una grande rappresentazione della Vergine Maria e poggia su un alto ed elegante basamento ornato da quattro statue, opera di altrettanti scultori diversi. Su di esse sono incisi alcuni versetti dell’Antico Testamento che i padri della Chiesa ritenevano un’evidenza per affermare la validità storica del dogma. Una delle statue raffigura Mosè con due curiose protuberanze sul capo che ricordano delle corna.


È opera di Ignazio Jacometti e riprende le fattezze del Mosè di Michelangelo, corna comprese. Ma il profeta è stato vittima, suo malgrado, dell’errata traduzione biblica del verbo “qrn”, che in aramaico significa “raggiante” e che invece fu tradotto con “cornuto”. Molte rappresentazioni di Mosè hanno corna vere e proprie oppure, come nel caso della colonna dell’Immacolata, delle sporgenze che ricordano in qualche modo dei raggi luminosi.

(Claudio Colajacomo - I love Roma)

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