Il Tempio che non volle cedere

maggio 17, 2020


È il tempio di Antonino e Faustina, che si trova nel Foro Romano. L’edificio fu fatto costruire nel 141 da Antonino Pio in onore di Faustina, sua moglie che in quell'anno morì e fu divinizzata. Vent'anni dopo, alla morte dell’imperatore, fu intitolato anche a lui, aggiungendo la prima riga dell’iscrizione che campeggia sull'architrave. Come molti monumenti, anche questo rischiò di essere smantellato nel Cinquecento. La mentalità di allora era molto diversa da oggi e i vecchi edifici apparivano soprattutto come miniere di materiale, che poteva essere recuperato e riciclato per altre costruzioni. Per questo Tempio in particolare, si racconta che,  tolte le lastre di marmo che rivestivano il tempio, i demolitori non riuscirono però ad abbattere le colonne. I monoliti di cipollino, alti 17 metri, opposero una resistenza superiore a quanto era stato previsto e non si fecero abbattere. Sulle colonne rimangono ancora oggi i segni delle scanalature che erano destinate a trattenere le corde nella parte alta del fusto. Delle vere e proprie cicatrici prodotte dal movimento delle funi che lavorarono inutilmente nel tentativo di tirar giù le colonne e con queste tutta la struttura dell’edificio. Ma le colonne resistettero salvando il Tempio. Ovviamente tutto questo non è accertato, si tratta di ipotesi... chissà? Roma è affascinante per questo, lascia sempre ampio spazio alla fantasia e alla leggenda.

foto Carlo Pezzi
Nel XI secolo, poi, fu trasformato nella chiesa di San Lorenzo in Miranda, poiché si riteneva che in quella zona San Lorenzo fosse stato condannato a morte; il nome Miranda, invece, potrebbe forse derivare dalle bellezze del luogo, secondo altri dal nome della istitutrice di un monastero vicino e di una benefattrice. Durante la venuta a Roma di Carlo V, nel 1536, la chiesa fu rasa al suolo, in modo che il portico del Tempio fosse nuovamente visibile. Fu ricostruita nel 1602, in stile barocco, ponendo la facciata dietro le sei colonne, preservando la struttura della cella e della scalinata. In linea con questo spirito nemmeno l’abside fu costruito, per non deturpare l’aspetto originario del tempio che accoglieva ancora l’iscrizione in onore dell’imperatore Antonino Pio sull'architrave. Il prospetto della chiesa è visibile dal Foro Romano, ma il livello del terreno è stato abbassato a seguito degli scavi archeologici d’inizio Novecento; così la porta d’ingresso è inservibile nel suo uso originario ed è divenuta una finestra con vista sui fori e l’ingresso attuale è attraverso un ambiente laterale sul versante di via dei Fori Imperiali.



(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma almeno una volta nella vita)
(M. Silvia Di Battista - Roma curiosa vol. 3)
(Romanoimpero.com)

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