Il Carnevale romano e un famoso modo di dire

gennaio 31, 2021


Da cosa deriva il famoso detto “Nun me mette prescia”? Cosa è mai questa “prescia”?.  Si pensa che l’origine derivi dal latino “premere” e dal suo participio passato “pressa” che poi nel latino volgare diventa “pressia”. Il termine si usa anche per quel tipo di macchine che fanno pressione e l’espressione “fare pressione” è utilizzata quando si richiede di fare qualcosa con una certa urgenza, velocemente; dire, invece, che si è “sotto pressione” significa essere soggetti ad uno stato d’ansia, proprio per qualcosa da fare urgentemente. In realtà questo termine è una parola dialettale che indicava una sostanza a base di peperoncino, pepe, ortica e altre erbe irritanti. Un evento molto famoso della tradizione romana era il suo Carnevale, che da quando era stata eletto il papa veneziano, Paolo II, aveva spostato la sua “sede” dal Monte Testaccio a Via del Corso.


Di questo famoso Carnevale romano, ne parlano i più grandi letterati da Goethe e Montaigne ad Alexandre Dumas che ne parla anche ne “Il conte di Montecristo” e viene rappresentato dai più grandi artisti di quel periodo. Era una festa molto “anarchica” dove quasi tutto era permesso e, grazie anche all’uso delle maschere, i potenti e gli umili si mescolavano tra loro e la differenza fra classi sociali si faceva più sottile.  


Il nome della strada, che prima di allora si chiamava via Lata, deriva proprio dall’evento clou del Carnevale: la cosiddetta “corsa dei berberi” (dalla tipologia dei cavalli che venivano dall’Arabia). Il percorso andava dall’obelisco di Piazza del Popolo, che era il punto di partenza, a Piazza Venezia, il cui aspetto all’epoca era nettamente diverso da quello odierno, e andavano a sbattere contro grossi tendoni tirati attraverso una via, che era chiamata, per l’appunto, “via della Ripresa dei Barberi", (demolita poi per far spazio alla costruzione del Vittoriano), e qui trovavano i loro proprietari o gli stallieri che li riprendevano in custodia.


I cavalli correvano senza fantino ed erano cavalli appositamente allevati proprio per la corsa. Venivano “vestiti” di un telo bianco aderente e decorato con nastri di vari colori. Venivano anche addestrati al percorso: qualche giorno prima della gara venivano più volte condotti davanti all’obelisco, abituati a stare fermi per qualche minuto e accompagnati poi fino a palazzo Venezia, dove venivano premiati con un po’ d’avena, per condizionarne il riflesso. Alle famiglie cui apparteneva il cavallo vincitore, veniva consegnato un pallio, un pezzo di stoffa dorata o argentata che simboleggiava il dominio della città. In realtà però per far correre gli animali il più veloce possibile, veniva utilizzata una tecnica che al giorno d’oggi sarebbe considerata reato di maltrattamento: gli veniva spalmata in corrispondenza dell’ano per l’appunto la “prescia”, cioè quella specie di pece descritta all’inizio dell’articolo. A contatto con la mucosa, quelle sostanze spingevano il cavallo a “fuggire”, a cercare con la corsa un rimedio alla condizione di estremo disagio.


Da qui nascerebbe anche una variante ancora più colorita del detto romanesco, quando non si vuole avere fretta nel fare ciò che ci viene richiesto,"non me mette prescia al xxxx. Un altro detto derivante dalla parola “prescia” più o meno con lo stesso significato è “La gatta presciolosa fece li figli ciechi” a indicare appunto che fare le cose di fretta, spesso non riescono fatte bene. Nell’ultimo giorno di Carnevale, si celebrava la “festa dei Moccoletti”. Si usciva per le strade mascherati, con un lumino, una fiaccola o una lanterna, il cosiddetto “moccolo” e l’obiettivo era cercare di tenerne acceso il più a lungo possibile il proprio e cercare di spegnere quello degli altri, che a quel punto si dovevano togliere la maschera. Questo comportava una serie di urla, ingiurie, lotte manesche pur di non farsi spegnere il proprio moccolo… ma lo abbiamo detto: tutto era concesso! (tranne tirare fuori il pugnale, cosa che, invece, accadeva spesso, a causa anche dell’eccesso di alcool). 

 

(visitareroma.eu)
(controventoroma.com)


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