Le Inondazioni del Tevere

dicembre 07, 2019


Il fiume Tevere attraversa la città silenziosamente osservato dall'alto dei grandi muraglioni di contenimento costruiti solo dopo l’unificazione d’Italia. Prima, anni prima, il Tevere era sfacciato, aggressivo, distruttivo, capace di fare morti e danni ingenti straripando con piene memorabili. Si andava letteralmente in barca a Piazza Navona, al Pantheon, la gente si rifugiava sui tetti, alcuni restavano isolati per giorni nei piani alti delle case senza cibo e solo la solidarietà riusciva talvolta a portarli in salvo. Morirono annegati anche dei galeotti nei bassi delle carceri di Tor di Nona. Di queste piene ricorrenti abbiamo numerose memorie fatte di targhe e targhette con l’indicazione della data dell’esondazione, del livello che aveva raggiunto il fiume in quel posto indicato con una riga, una barchetta o con un dito segnalatore. Molte di queste memorie sono sulla facciata di Santa Maria sopra Minerva al Pantheon, una sul lato nord di piazza Navona sul muro subito a destra entrando da Via Agonale. 

Targhe delle piene del Tevere sulla facciata di Santa Maria sopra Minerve
La più antica di queste targhe reca la data del 1276 e si trova nel fronte interno dell’Arco de’ Banchi, nella via omonima in prossimità del Ponte Sant'Angelo. In origine non si trovava qui, ma sotto il portico della scomparsa chiesa di San Celso e San Giuliano, nell'antica piazza di Ponte, perciò il riferimento non è del tutto esatto. Possiamo comunque leggere la scritta: “Qui arrivò il Tevere, ma torbido, di qui presto si ritirò nell'anno del Signore 1277, sesta indizione, settimo giorno del mese di novembre, mentre la chiesa era vacante” e notare una curiosità: l’antico uso di separare le parole con tre puntini posti in verticale.


La piena più alta, invece, è registrata il 24 dicembre 1598, con diciannove metri e mezzo di altezza rispetto al Porto di Ripetta, considerato una sorta di “zero” al livello del mare. 
Questa piena comportò la definitiva rottura del ponte Senatorio, che da allora non fu più ricostruito e verrà chiamato “ponte rotto”.


L’iscrizione di questo eccezionale e devastante evento è riportata anche nella targa più alta alla Minerva. A consolazione dei tanti disastri che il fiume ha arrecato alla città, possiamo dire che quel capolavoro della fontana del Bernini a Piazza di Spagna, fu ispirato proprio da una barca che si arenò in quel punto dopo che il fiume si era ritratto… o così, almeno, vuole la leggenda.




(Rinaldo Gennari - Stravaganze Romane 
M. Silvia Di Battista – Roma Curiosa)



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