Il Vicolo dell'Atleta

novembre 25, 2021

Nel cuore di Trastevere fu ritrovata, alla fine del XIX secolo, durante scavi occasionali, una delle più pregevoli statue dell’antichità: il cosidetto Apoxyòmenos. L'"Atleta che si deterge il sudore", fu infatti rinvenuto nel piccolo vicolo delle Palme, che proprio a causa della scoperta e a partire da allora prese poi il nome di vicolo dell’Atleta. Unitamente a questa furono ritrovate anche le statue del Toro frammentario e il Cavallo di bronzo.


L’Atleta che si deterge il sudore è la più famosa copia romana (in marmo pentelico proveniente dall’Attica e attribuibile all’età claudia) di un’opera di Lisippo e ritrae un atleta che si pulisce con l’aiuto dello strigile, il raschietto in bronzo che in epoca romana serviva a detergere la pelle.


Questa magnifica scultura abbelliva un tempo le terme di Agrippa, in Roma, ma non è l’unico segreto custodito dalla minuscola via di Trastevere.


Al vicolo dell’Atleta, infatti – nei sotterranei di quello che è oggi un frequentato ristorante – si trovano i resti di una delle più antiche sinagoghe della capitale, forse addirittura la più antica in assoluto, eccezion fatta per quella di Ostia antica, com’è confermanto dall’iscrizione in ebraico rinvenuta in una loggetta di questo edificio medievale.


Nel sottosuolo del locale si trovano le strutture ancora perfettamente integre di un mikwe, il bagno rituale, la vasca purificatrice, atto fondante di ogni comunità ebraica, confermato anche dalla presenza dell’acqua. Al di sotto dell’edificio, infatti, scorre un fiume sotterraneo e un antico e profondo pozzo, protetto da una robusta grata in ferro battuto, mostra l’acqua, la stessa acqua che alimentava molti secoli fa – almeno dall’epoca medievale – il mikwe.


Come si sa, a Roma gli ebrei vivono da oltre venti secoli (la comunità ebraica romana è la più antica d’Europa) e la prima zona nella quale si insediarono fu proprio il Trans Tiberim, il futuro Trastevere, zona portuale e di commerci. Il ponte Fabricio, che collega Trastevere al rione Regola, dall’altra parte del fiume, era chiamato Pons Judaeorum, il “ponte degli ebrei”,


e la zona con il mikwe di via dell’Atleta era frequentata da filosofi, cabalisti, poeti, oltre che da commercianti, prima della istituzione del ghetto, nell’XI secolo, che fu realizzato, invece, proprio nel rione Regola, dove oggi sorge la grande sinagoga o Tempio Maggiore, che ospita anche il prezioso archivio storico della comunità.


(Fabrizio Falcone - Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma)

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