Piazza della Quercia

maggio 14, 2020


Al centro della piazza fino a poco tempo fa sorgeva una quercia secolare. Uccisa da una pavimentazione inadatta è ora sostituita da un nuovo alberello. Non bisogna però farsi ingannare: non è per questo che la piazza si chiama così. Siamo ai margini del vecchio quartiere dei fiorentini, che in passato occupava la zona intorno a via Giulia. I toscani che vennero a vivere a Roma per le loro attività, scelsero questa zona dove prendere residenza. Qui fino al XVI secolo aveva sede la Corporazione dei Macellai che provenivano soprattutto dalla Maremma laziale, zona da cui arrivava la maggior parte degli animali destinati al macello a Roma. I venditori di bestiame portarono in città il culto di Santa Maria della Quercia.


Nato a Viterbo nel Quattrocento, il culto venerava un’immagine miracolosa di Maria dipinta su una tegola e collocata tra i rami di una quercia. A Roma fu favorito in particolare da papa Giulio II, Della Rovere, a cui piaceva molto il riferimento alla quercia, albero che faceva parte anche del suo stemma.


Il papa concesse così la vecchia San Nicola de curte, che si trovava nella piazzetta, ai macellai perché la riedificassero e consacrassero a Santa Maria della Quercia. La chiesa fu poi ricostruita nuovamente nel Settecento. La facciata è opera di Filippo Raguzzini e si riconosce bene il suo stile.


L’abbiamo già incontrato, quest’architetto, nella piazza di Sant’Ignazio. Accanto si può vedere tutt'oggi la sede della confraternita dei macellai romani. Un tempo la piazzetta era divisa da quella di Capo di Ferro, ma nel 1938 esigenze del traffico fecero abbattere le case che le dividevano, unendole e togliendo un po’ del fascino che aveva questo angolo di Roma,


soprattutto distogliendo l'attenzione dalla chiesa con la strabiliante facciata di Palazzo Spada.




(M. Silvia Di Battista - Roma curiosa vol. 2)

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1 commenti

  1. "Tell me ye stones and give me O glorious palaces answer.
    Speak O ye streets but one word. Genius, art thou alive?
    Yes, here within thy sanctified walls there's a soul in each object,
    ROMA eternal. For me, only, are all things yet mute.
    Who will then tell me in whispers and where must I find just the window
    Where one day she'll be glimpsed: creature who'll scorch me with love?
    Can't I divine yet the paths through which over and over
    To her and from her I'll go, squandering valuable time?
    Visiting churches and palaces, all of the ruins and the pillars,
    I, a responsible man, profit from making this trip.
    With my business accomplished, ah, then shall only one temple,
    AMOR's temple alone, take the initiate in.
    Rome, thou art a whole world, it is true, and yet without love this
    World would not be the world, Rome would cease to be Rome."

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