Alberto Sordi
gennaio 07, 2020
Alberto Sordi nasce il 15 giugno
del 1920 a Roma, in Via San Cosimato nel cuore di Trastevere, da Pietro Sordi,
direttore d’orchestra e concertista presso il teatro dell’opera di Roma e Maria
Righetti, insegnante. Nel corso della sua carriera ultracinquantennale ha
recitato in tantissimi film. La sua avventura artistica è cominciata con alcuni
personaggi radiofonici e lavorando come doppiatore. Famosa la sua “voce” nel doppiaggio di
Oliver Hardy, del mitico duo “Stanlio & Ollio”. Negli anni Quaranta, si
afferma sempre più nel mondo della rivista di varietà, di gran lunga lo
spettacolo teatrale più seguito dagli italiani, anche negli anni drammatici e
tristi della guerra. Nel 1953, dopo il successo con “I Vitelloni” di Federico
Fellini, il regista Stefano Vanzina, noto a tutti semplicemente come Steno,
presenta nelle sale cinematografiche la pellicola “Un giorno in pretura”,
film a episodi, dove compare per la prima volta un personaggio destinato al
successo fino ai giorni nostri. Si tratta di Nando Mericoni, interpretato da un
giovane Alberto Sordi, nei panni di un ragazzone, semplice e perditempo,
infatuato del mito americano, tanto da credersi uno “Yankee” nei modi e nella
parlata, comicamente romanizzati. Mericoni finisce davanti al giudice perché è
stato sorpreso a fare il bagno nudo in una marana. Ma è il 1954 l’anno della
consacrazione al grande pubblico, ovvero quando Steno diresse “Un americano
a Roma”, pellicola interamente dedicata al personaggio di Nando Mericoni,
sempre interpretato da Sordi. Dal “Macarò tu m’hai provocato e io te
distruggo” alla frase celebre “Questa mazza, mami, un giorno sarà firmata
da Joe Di Maggio”, ha divertito generazioni e persino influenzato un certo
modo di esprimersi in romanesco, che tutt’ora echeggia tra le strade della
città. Alberto Sordi ha lavorato con i principali registi italiani, interpretando
la romanità nelle forme più disparate. Ci ha fatto ridere e piangere,
riflettere e divagare. Le sue battute sono ormai nel lessico corrente di ognuno
di noi. Con più di 180 film è riuscito a tracciare l’esatta figura
dell’italiano medio. Conquistò il cuore di tutti, non solo quello dei suoi
concittadini. Il giorno del suo funerale, uno striscione
attaccato a un piccolo aeroplano, sorvolò la folla in lacrime, con una scritta
commovente: “Stavorta c’hai fatto piagne”.
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