Il Museo di Storia della Medicina
marzo 08, 2021A cosa servivano nel Medioevo i
denti di narvalo? Come venivano fatte le amputazioni nel Rinascimento? Da quando
esistono le dentiere? E come erano fatte le farmacie nel Seicento? Domande del
genere intrigavano il medico e professore universitario Adalberto Pazzini che,
nel corso della vita, raccolse cimeli in modo quasi maniacale: antichi
strumenti chirurgici, organi umani conservati, manuali e prontuari antichi,
opere d’arte o aneddoti interessanti sulla storia della Medicina.
Dal 1938, la
sua collezione è esposta non in un grande museo, ma nella sede di una delle
facoltà dell’Università La Sapienza. Per questo motivo l’accesso è un po’
insolito, bisogna chiedere al portiere che vi indicherà la strada (in questo
periodo di emergenza Covid bisogna prenotare la visita on line sul sito del Museo).
La base della collezione è allestita nel seminterrato, dove sono stati ricostruiti un’antica spezieria e un laboratorio alchemico. Nel 2000 venne aggiunto un primo piano dedicato alle paleopatologie, cioè alle malattie dei tempi passati, ai loro sintomi e alle presunte cause. Il percorso tende un arco che dalla medicina degli antichi arriva fino alla fine del Seicento.
Accanto a un cranio perforato di bambino del II secolo, sono in mostra seghe per ossa con comandi manuali o con sostegni che servivano a bloccare la testa del paziente durante l’intervento chirurgico, manuali antichi, vasi da farmacia, tinozze medievali e sedie per le cure.
Il secondo piano, aperto di recente, descrive il passaggio dalla medicina sperimentale alle recenti sfide della biomedicina, della medicina genomica e delle relative applicazioni tecnologiche.
Un’evoluzione che parte dagli studi anatomici condotti all’inizio dell’età moderna – le sperimentazioni del Settecento, le ricerche di immunologia di Louis Pasteur e Robert Koch, la lotta contro la malaria – e arriva fino alle più attuali conoscenze nei campi della diagnostica, farmacologia, prevenzione e ricerca genetica.
(Annette Klingner – 111 luoghi di
Roma che devi proprio scoprire)
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