Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e Ville Pontificie

maggio 26, 2021

Una bella giornata di sole e tanta voglia di aria aperta, può essere l’occasione giusta per una passeggiata in un luogo poco distante da Roma, inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia: Castel Gandolfo. Siamo nell’area dei Castelli Romani, il paese affaccia sul lago Albano e vi abitano circa 9.000 persone.


Ma la notorietà la deve soprattutto per essere stato meta di riposo e pause estive di tanti Pontefici, dal 1620 in poi. Sorgono qui, infatti, le cosiddette Ville Pontificie, zona extraterritoriale che si estende su 55 ettari, formalmente riconosciuta al Vaticano con i Patti Lateranensi nel 1929. La storia del sito è molto antica, qui nel XIII sec. a.C. sorgeva Alba Longa, fondata, secondo la tradizione, dal figlio di Enea, Ascanio e distrutta dai Romani nel VII sec. a.C. In epoca romana l’imperatore Domiziano fece costruire la sua grandiosa residenza di campagna proprio qui e ne possiamo ammirare ancora i resti, nel meraviglioso Parco Barberini: un grande criptoportico, un teatro e diverse esedre, visitabili durante la passeggiata nel parco.


Dopo la caduta dell’Impero Romano la zona viene progressivamente abbandonata e solo all’inizio del 1200 torna ad essere abitata da alcune famiglie nobili che vi costruiscono i loro castelli, come i marchesi Gandolfi, da cui poi il borgo prenderà il nome. Il loro castello passa poi ai Capizucchi e infine ai Savelli, dai quali l’acquisterà, agli inizi del Seicento, la Camera Apostolica. Il primo a trasformare l’antica residenza in palazzo Pontificio è Urbano VIII Barberini, che affidò il progetto all’architetto Carlo Maderno nel 1623, ma nonostante sia stato lui il promotore della sua costruzione, non vi abitò mai, preferendo la vicina Villa Barberini, appartenente al nipote Taddeo Barberini.


Il primo pontefice ad abitarvi durante il periodo estivo sarà Alessandro VII Chigi, eletto al soglio pontificio nel 1655, che completò l’edificio con la facciata principale e l’ala occidentale, coinvolgendo nei lavori anche Gian Lorenzo Bernini, che, fra l’altro, avrà l’incarico della sistemazione della piazza con la fontana e anche della realizzazione della Chiesa di San Tommaso.


La bella cittadina sul lago Albano diventa meta preferita di cardinali e prelati della curia romana e luogo di villeggiatura dei Papi, fino al 1870, che via via apportarono modifiche e ulteriori migliorie, come l’acquisto della limitrofa Villa Cybo e l’ampliamento a parco dell’originario giardino di Urbano VIII.


Con la caduta della Stato pontificio, come anche altre residenze papali possedute fuori Roma, il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo venne abbandonato e il papa, in segno di protesta contro lo Stato italiano, si “rinchiuse” in Vaticano fino al 1929, quando, con i Patti Lateranensi, venne riconosciuto lo Stato della Città del Vaticano e le ville papali furono dichiarate dominio extraterritoriale pontificio. Fu papa Pio XI il primo a tornare a Castel Gandolfo durante il periodo estivo e negli anni che seguirono furono acquistati altri terreni verso Albano Laziale, dove si inserì una piccola azienda agricola e tutte le proprietà pontificie furono collegate fra di loro, costituendo un unico vasto parco, di estensione maggiore a quella dello stesso Stato Vaticano.


Castel Gandolfo rimase residenza estiva papale fino al 21 ottobre 2016, data in cui, per volere di papa Francesco, smise di esserlo e divenne un museo di pubblico interesse. Nella facciata del palazzo tre epigrafi celebrano l’operato di altrettanti papi: Paolo V, Urbano VIII e Alessandro VII.


Si entra nel Cortile delle udienze, dove sono parcheggiate alcune papamobili e auto utilizzate dai pontefici, come la BMW che Giovanni Paolo II utilizzava spesso quando era qui in vacanza.


Si visita, poi, la Galleria dei Ritratti dei Pontefici. Suddivisi in diversi ambienti, 52 ritratti di papi dal 1500 ad oggi, spesso copie di quadri illustri, da Giulio II a papa Francesco, oltre ad alcuni oggetti del cerimoniale papale:


troviamo una sedia gestatoria, con tanto di aste per portare il papa sulle spalle; un faldistorio, e una serie di uniformi storiche della Corte laica pontificia e degli ormai scomparsi Corpi armati pontifici.


Durante il percorso anche un meraviglioso affaccio con vista lago.


Si sale poi al Piano nobile, attraverso lo Scalone d’Onore, dove il primo Salone nel quale si entra è il cosiddetto Salone degli Svizzeri, destinato un tempo al corpo di Guardia Papale che qui vegliava 24h su 24h. Una bella Madonna settecentesca decora la parete di fondo.


Segue la Sala dei Palafrenieri, che ospita i Sediari pontifici, un antico Collegio di laici il cui ruolo è strettamente connesso al servizio della persona del Papa. Originariamente erano coloro che portavano in spalla il Papa sulla sedia gestatoria; quando questo uso fu soppresso, da Giovanni Paolo II, la loro funzione si è concentrata sul servizio quotidiano nell'Appartamento pontificio, svolgendo compiti di accoglienza degli ospiti che si recano in visita al Papa. Sono anche coloro che portano in spalla il feretro contenente la salma del Pontefice durante i funerali.

Le sale si susseguono l’un l’altra, proprio come nelle Gallerie dei Musei Vaticani, che sono senz’altro il modello a cui sono ispirate.


Abbiamo, quindi,  la sala delle Guardie Nobili, che contiene ricordi della presenza di Pio IX, la Sala dei Camerieri di Cappa e Spada e la Sala dei Bussolati, entrambe arredate da copie di quadri di importanti artisti del Seicento e Settecento, alle quali seguono la Sala del Trono, risalente all’epoca di Innocenzo X Pamphilj e la Sala del Concistoro, fatta decorare da Pio IX con tappezzeria damascata e pavimenti in marmi policromi, oggi decorata con due splendidi arazzi che raffigurano la fuga della Sacra Famiglia in Egitto, tessuti dalla celebre manifattura Gobelin di Bruxelles. Si arriva alla Galleria di Benedetto XIV da dove si entra nella splendida Cappella Papale di Urbano VIII, con affreschi e stucchi ad opera dei fratelli Zuccari.


La parte più suggestiva del percorso è rappresentata però dalle stanze dell'appartamento privato del papa: la percezione che si prova è di essere in un luogo “vivo”, lasciato esattamente come è stato vissuto per molti anni.


Si passa dallo studio, alla sala da pranzo di Clemente XIV; la camera da letto è semplice, con un letto in ottone da una piazza e mezzo e i comodini con il ripiano in marmo, come quelli nelle stanze dei nonni. In questa stanza, durante la Seconda guerra mondiale, papa Pio XII ospitò famiglie sfollate e molte donne partorirono qui quelli che furono soprannominati “i figli del papa”, a molti dei quali fu dato nome Eugenio.


Dalla camera da letto si entra direttamente nella Cappella privata, voluta da Pio XI, dove una copia della Madonna di Czestochowa e altri dipinti del pittore polacco Rosen, potrebbero erroneamente far pensare ad un intervento di papa Wojtyla, invece sono ricordi del periodo in cui papa Ratti, per l’appunto Pio XI, era nunzio apostolico in Polonia. In questa cappella nel marzo 2013 si raccolsero assieme in preghiera Francesco, appena eletto e il Papa emerito Benedetto XVI.


Terminata la visita al Palazzo Apostolico, un minibus elettrico conduce a un giro attraverso i 55 ettari dei giardini.


Si potrà vedere il Giardino del Moro, i Giardini di Villa Cybo e di Villa Barberini; il Giardino della Magnolia e il Giardino del Belvedere. Giochi d’acqua, fontane e statue.


Viali alberati, siepi e giardini all’italiana, e persino una fattoria che giornalmente produce materie prime con criteri sempre più ecologici. Giardini meravigliosi, dove sarà possibile vedere, come già detto, i resti della villa imperiale e, in un’area sosta attrezzata, rilassarsi godendo della natura e della bellezza che ci circonda. Una visita nella storia della Chiesa e dell'arte, imperdibile per fedeli, turisti, appassionati d'arte e di storia.
 

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