Le prediche coatte

ottobre 30, 2020

 

Nel 1572, con un editto piuttosto controverso, papa Gregorio XIII obbligò tutti gli abitanti adulti del Ghetto ad ascoltare quotidianamente lunghi sermoni sui benefici della conversione al cristianesimo. Erano le cosiddette prediche coatte, in quanto gli ebrei erano costretti all’ascolto, sotto la stretta vigilanza delle guardie. Si racconta di come alcuni presenti si tappassero le orecchie con la cera, pur di non ascoltare quelle parole considerate profane. Le prediche avvenivano sia al tempietto del Carmelo, in via Santa Maria in Publicolis, 


sia nella piccola chiesa di San Gregorio, in via del Portico d’Ottavia, angolo Lungotevere, di fronte al ponte dei Quattro Capi. Sulla facciata della chiesa fa bella mostra di se un grande dipinto ovale di Cristo crocefisso, e sotto una scritta in latino, accanto ad una scritta in ebraico, si riferisce ad un passaggio del profeta Isaia e così recita: "EXPANDI MANUS MEAS TOTA DIE AD POPULUM INCREDULUM QUI GRADITUR IN VIA NON BONA POST COGITATIONES SUAS POPULUS QUI AD IRACUNDIAM PROVOCAT ME ANTE FACIEM MEAM SEMPER CONGREGATIO DIVINA PIETATIS POSUIT", ovvero "Tutto il giorno ho teso le mie mani ad un popolo incredulo, che procede lungo una strada non buona, seguendo le proprie idee. Un popolo che sempre mi suscita ira, proprio davanti al mio volto. La Congregazione della Divina Pietà pose".


È un esempio di invito propagandistico alla conversione delle pecorelle, considerate dalla chiesa cattolica smarrite sulla cattiva via. Attualmente, dopo quasi cinquecento anni, la chiesetta ha trovato la sua rivincita. Sorge proprio davanti alla cupola del Tempio Maggiore, una delle più grandi sinagoghe d’Europa, in un quartiere libero di professare il culto che desidera.


(Claudio Colajacomo – Il giro di Roma in 501 luoghi)

(romasegreta.it)

You Might Also Like

0 commenti

POST POPOLARI