Romeo Ottaviani: Er più de Trastevere

luglio 11, 2019


Romeo Ottaviani nasce a Roma nel 1877, a piazza del Catalone, rione Borgo, ma con la famiglia si trasferisce quasi subito a Trastevere, in Piazza de’ Renzi. Figlio di un vetturino marchigiano, Nicola e di Adele, abbruzzese. Era soprannominato “er Tinea”, espressione che significa “del sangue di Enea”, che veniva molto spesso utilizzata per sottolineare la profonda romanità di qualcuno. Abituato a vivere in mezzo a “storie di lame e di coltelli”, ben presto divenne uno dei tanti “bulli” di Trastevere. Il bullo era un personaggio strafottente e presuntuoso, di natura “fumantina”, ma anche disinteressato, protettore delle persone più deboli, uomo di parola. Non si consideravano dei malviventi, ma piuttosto una sorta di “piccoli eroi”. Romeo era di corporatura molto robusta ed era ammirato ed amato soprattutto per il coraggio con il quale difendeva i più deboli. Si racconta che anche il delegato alla pubblica sicurezza, Francesco Ripardelli, gli fosse molto affezionato e per tenerlo fuori dai guai, lo avesse fatto entrare, come fattorino, alle Poste di piazza San Silvestro. Proprio una sera tornando a casa, dopo il suo turno di lavoro, mentre camminava in via Frattina, si trovò ad assistere alla scena di uno che stava pestando a sangue una ragazza. Er Tinea si intromise subito per allontanarlo, ma l’altro tirò fuori il coltello. Romeo non si scompose e gli tirò due “pizzoni” in faccia che lo fecero volare e lo esortò a non farsi mai più vedere in giro. La notizia fece scalpore quando si venne a sapere che la persona malmenata era un certo “Malandrione”, capo protettore delle prostitute romane e la ragazza che stava picchiando era una di loro. Questo episodio venne raccontato persino dalla stampa, che iniziò a seguire le sue “imprese”, facendolo diventare famoso e legittimandolo come il capo dei bulli di Roma: “Er Più”, protettore dei più deboli contro i prepotenti. La sua casa si trasformò in una specie di “ufficio reclami” dove le persone che avevano subito qualche sopruso o prepotenza andavano per chiedere soddisfazione. “Er Tinea” riusciva sempre, con le buone o con le cattive, a risolvere le questioni. Assalito alle spalle da un certo Bastiano detto “er Sartoretto”, mentre passeggiava in via del Moro con la moglie e il figlio, morì, a soli 33 anni, la sera del 6 aprile 1910.

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