La piccola Londra

novembre 19, 2020

 

Sembra di fare due passi a Notting Hill. Non so come sia stato possibile, eppure al quartiere Flaminio c’è un angolo di pura Inghilterra.  La strada, molto pittoresca, è lunga appena 100 metri, tesa tra la Flaminia e viale del Vignola, nella zona nord di Roma. Si chiama via Bernardo Celentano, ma chi abita da quelle parti la conosce come “piccola Londra”, per il suo stile very british.


Le case sono basse, due o massimo tre piani, schierate una accanto all’altra, e hanno tutte la classica rampa di scale che sale fino ai portoncini in legno. Sono dipinte di colori pastelli e hanno un piccolo giardino che le separa dal marciapiede, delimitato da cancelli in ferro battuto.


I lampioni sono in ghisa, decorati e ancorati alle facciate e diffondono una luce calda e soffusa. Anche le vezzose cassette postali richiamano quelle della capitale britannica. 


In questa fettuccia dritta tutto è regolare, ordinato e curato nei dettagli: dalle panchine alle fioriere, dai giardini fino ai vetri delle finestre. È un’oasi silenziosa e appartata, nascosta dai grandi palazzi che le sorgono tutt’attorno.


Il transito è vietato al traffico ordinario e per questo l’accesso è sbarrato da cancelli alle due estremità, che vengono aperti soltanto per i mezzi da lavoro, mentre i pedoni possono passare attraverso un cancello più piccolo.  A camminare tra questi villini viene voglia di fermarsi a prendere un tè. Chissà come sono gli appartamenti all’interno, se anche lì si respira l’atmosfera d’oltremanica che c’è per la strada.


Questa piccola oasi venne costruita negli anni Venti del secolo scorso, per i dipendenti a tempo indeterminato della Camera dei deputati, strizzando l’occhio all’edilizia popolare inglese, con un tocco di upper class, una scelta forse in parte influenzata dall’esperienza di un sindaco, come Ernesto Nathan, cosmopolita e moderno, che tentò di avvicinare Roma alle metropoli europee, modernizzandone anche il tessuto urbano. Allora le palazzine erano abitazioni normali, i bambini giocavano nelle strade lastricate a sampietrini e le madri stendevano fuori i panni, spettegolavano con le vicine e coltivavano verdure nei giardinetti davanti casa, ma negli anni Settanta l’idillio si ruppe.


Alla fine della strada vennero costruiti i primi palazzi che ne distrussero l’incanto, a cui più tardi se ne aggiunsero altri nelle strade attigue. Della “piccola Londra” scomparvero l’aspetto paesano e le panchine di marmo davanti alle case, mentre gli edifici furono via via corredati di moderne comodità, come ascensori e riscaldamento, e gli affitti schizzarono alle stelle. Oggi ci vivono quasi esclusivamente romani facoltosi.


 

(Gabriella Serio – Curiosità e segreti di Roma)

(Annette Klingner – 111 luoghi di Roma che devi proprio scoprire)

(Giulia Fiore Coltellacci – I luoghi e le storie più strane di Roma)

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