Ghetto: Portico d'Ottavia

marzo 19, 2021

Il luogo più suggestivo di tutto il Ghetto ebraico è senza dubbio il Portico d’Ottavia, complice anche l’integrazione con le stradine limitrofe e gli edifici storici, la Casa dei Vallati e la chiesa di Sant’Angelo in particolare. Ma chi era Ottavia? E chi volle dedicarle un portico? Fu l’imperatore Augusto che volle edificare, su una struttura preesistente, un maestoso edificio quadrato, per dedicarlo a sua sorella.  La struttura preesistente era il monumentale portico eretto nel 146 a.C. da Quinto Cecilio Metello Macedonico, sul più antico Portico di Metello, e delimitava il lato settentrionale del Circo Flaminio. All’interno erano i templi di Giunone Regina e di Giove Statore. Il Senato, nel 27 a.C., conferì ad Ottaviano il titolo di Augustus, primo imperatore di Roma, e al ritorno dalla vittoria sulla Dalmazia, il “divino” finanziò il completo rifacimento dell’area, dedicandola poi alla sorella Ottavia. Il portico, largo, nella fronte, 119 metri e profondo 132, era costituito da un doppio colonnato di ben 300 colonne con capitelli corinzi.


Nel mezzo è situato un grande propilèo, costituito, lateralmente, da due muri in mattoni, originariamente rivestiti di marmo, nei quali si aprivano arconi in corrispondenza del portico. Successivamente fu restaurato e parzialmente ricostruito nel 203 da Settimio Severo, dopo le distruzioni dovute a un incendio del 191. A questo periodo appartengono, per la maggior parte, i resti attualmente visibili, cioè l’ingresso e il propileo, che con i suoi templi e biblioteche ricche di opere d’arte (tra cui una statua raffigurante Cornelia, la madre dei Gracchi, forse la prima dedicata alla memoria di una donna) era un punto d’incontro dedicato alla cultura, dove poter socializzare.


Come abbiamo detto singolare è l’integrazione con la chiesetta di San Paolo in summo circo del 770 d.C., antico nome dell’attuale Sant’Angelo in Pescheria, come è stata rinominata durante il Medioevo, quando il grande propileo del portico inizia a ospitare il mercato del pesce, il Forum Piscium. Paradossalmente è stata proprio la chiesa a permettere la sopravvivenza del portico che, diventato un maestoso ingresso per il minuscolo luogo di culto, non fu saccheggiato per riutilizzarne i materiali.




(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma)
(romasegreta.it)
(sovraintendenzaroma.it)

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