La Fornarina

ottobre 08, 2020


Come si sa, Roma fu teatro di una delle storie romantiche che hanno alimentato il mito dell’amor cortese in Italia, quella tra Raffaello, il pittore divino celebrato ovunque, e l’umile figlia di un fornaio, Margherita Luti, che si conobbero intorno al 1513 e la cui unione fu resa eterna dal celebre ritratto La Fornarina, conservato attualmente nelle sale della Galleria Nazionale d’arte Antica, a Palazzo Barberini.
 

Ricapitolando per sommi capi la storia, ricorderemo che Raffaello, all'epoca, si trovava a Roma: vi era arrivato cinque anni prima, verso la fine dl 1508, rispondendo alla chiamata dell’illuminato pontefice Giulio II Della Rovere, il quale aveva deciso di rinnovare completamente la città con l’aiuto dei più valenti artisti dell’epoca. A quanto pare era stato Donato Bramante a raccomandare quel giovane venticinquenne dal talento prodigioso che già aveva avuto modo di mettersi in mostra a Firenze. E appena trasferitosi alla corte del papa, Raffaello realizzò nelle Stanze Vaticane un magnifico ciclo di affreschi, ancora oggi ammirati dai turisti di tutto il mondo. Quando il papa morì, il suo successore, Leone X, confermò tutte le commissioni al giovane urbinate, il quale ormai era l’artista più richiesto a Roma. Presso di lui si presentavano anche duchi, nobili e banchieri, come quell'Agostino Chigi, nativo nel senese, che s’era fatto costruire una meravigliosa villa lungo il Tevere, quella che oggi chiamiamo la Farnesina.


Fu proprio l’occasione di questo nuovo lavoro a creare i presupposti per l’incontro tra l’artista e Margherita Luti, una popolana, figlia di Francesco Luti, senese anche lui, mugnaio di Trastevere, il quartiere che Raffaello aveva preso a frequentare per via della nuova commessa ricevuta. A causa della professione del padre, la giovane era conosciuta con il soprannome di Fornarina. Pare fosse di straordinaria bellezza e grazie e avesse, all'epoca dell’incontro con il pittore, appena vent'anni. Pur abituato a frequentare le corti più esclusive di Firenze e di Roma, Raffaello, a quanto sembra dotato di carattere affabile e modi affascinanti, rimase colpito da quella giovane popolana, al punto di confessarle il suo amore e di cercare ogni pretesto per incontrarla. La leggenda vuole che Agostino Chigi, notando che il suo artista preferito sembrava aver perso la testa dietro alla ragazza, decise di ospitarla nella Villa finché Raffaello non avesse concluso i lavori pattuiti. Probabilmente l’amore tra i due risultò contrastato, a causa della famiglia fin troppo umile dalla quale proveniva la ragazza. Coinvolto nei traffici di corte, Raffaello finì per ritrovarsi fidanzato ufficialmente con un’altra donna, Maria Bibbiena, figlia del cardinale omonimo, imparentato con la famiglia dei Medici, alla quale apparteneva anche papa Leone X.
  

Grazie al racconto di Vasari, sappiamo però che proprio l’amore che Raffaello sentiva ancora per la Fornarina, gli impedì di portare a compimento la promessa di matrimonio con Maria. Un racconto più enfatico vuole che questo fidanzamento non pienamente voluto e le sue conseguenze furono indirettamente o direttamente causa della prematura morte del pittore, avvenuta il 6 aprile del 1520, il Venerdì Santo, in un alone di mistero che alimentò il culto di una sua presunta natura divina. E non appare certamente un caso che la morte giunse, per lui, poco dopo aver terminato proprio il dipinto della Fornarina, rimasto sempre nello studio del pittore, e lì ritrovato dopo la sua scomparsa. Le poche notizie sulla vera Margherita riferiscono che la donna, alla morte del pittore, si ritirò a vivere nel monastero di Sant'Apollonia, sempre a Trastevere, mentre secondo altre versioni Raffaello e Margherita addirittura si sposarono in segreto, e anche per questo alla vedova non restò altra scelta che di ritirarsi a vita monastica. Della storia d’amore tra Raffaello e la Fornarina, resta a Roma una persistente memoria.


Secondo la tradizione, la casa di Margherita si trovava al civico numero 20 di via di Santa Dorotea, nei pressi di Porta Settimiana e della via omonima: si tratta di una classica casa medievale, con una caratteristica finestra a sesto acuto riccamente decorata.
  

In questo edificio, ora con l’entrata in via di Porta Settimiana al numero 8, c’è oggi un noto ristorante romano che ospita quel che resta del giardino in cui Raffaello incontrava la Fornarina durante il loro lungo corteggiamento. Una vecchia targa con incisione in marmo ancora ricorda l’esatta ubicazione del luogo, anche se è da specificare che altre versioni accreditano la casa di Margherita in due diversi luoghi, nella vicina via del Cedro, sempre a Trastevere, e in via del Governo Vecchio. Il destino della Fornarina comunque, anche se fu consegnata all'immortalità dal ritratto (e da altri su cui si discute da secoli), anche post mortem fu infelice. Raffaello, infatti fu, come è noto, sepolto nel Pantheon insieme a Maria Bibbiena, sua “amante particolare”. Entrambi ebbero una tomba con busto, anche se quello di Maria fu fatto sparire. Forse da qualcuno che intendeva risarcire la Fornarina, i cui resti mortali finirono probabilmente in una fosse comune delle religiose del monastero di Sant'Apollonia.

(Fabrizio Falconi - Roma segreta e misteriosa)

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