Il Tempietto del Bramante a S. Pietro in Montorio
luglio 16, 2021Sulla collina del Gianicolo, da cui
si domina tutta la città, si erge San Pietro in Montorio, il cui chiostro
contiene una delle più squisite creazioni architettoniche di tutti i tempi: il
Tempietto del Bramante. La piccola costruzione circolare suscita nel visitatore
un che di misterioso, incorniciato com'è nell'arco ombroso del cortile. Sarà per
la purezza delle linee e per l’armonia delle proporzioni, ma questo tempio in
miniatura produce un tale effetto di grandiosità, da far dimenticare le sue vere
dimensioni. Il diametro della cella, infatti, è di appena quattro metri e
mezzo. Definito “la prosa dei principi architettonici di Vitruvio”, fu
costruito da Donato Bramante intorno al 1502 per il re di Spagna. Venne
concepito come un Martyrium, in quanto doveva segnare il sito ritenuto, al
tempo, il più sacro di Roma: quello della crocefissione di San Pietro. E,
infatti, nella cripta, cui si accede da una doppia scala berniniana, si trova
il foro nel quale, secondo una tradizione medievale mai confermata, sarebbe
stata conficcata la croce dell’apostolo.
Che Pietro fosse stato crocefisso nel
Circo in Vaticano piuttosto che sul Gianicolo, questo adesso non importa; ciò
che conta è l’originalità e l’audacia di questa costruzione, che fu compresa
immediatamente fin dalla sua realizzazione.

Già gli stessi contemporanei di
Bramante, o Donino, come lo chiamava affettuosamente l’amico Leonardo, la
presero a modello e la inserirono nei loro testi, accostandola alle grandi
architetture del passato. E, in effetti, l’edificio si rifà chiaramente agli
antichi templi circolari, scanditi da colonne, che l’artista ebbe certamente
modo di vedere e studiare a Roma e nel suburbio. Pagine di elogi furono
dedicate al Tempietto, sia dal Palladio che da Sebastiano Serlio, il quale ne
riprodusse anche la pianta con prospetto e sezione. Tramite questi antichi
documenti veniamo a sapere che nel progetto originale il cortile, ora quadrato,
era previsto di forma circolare, come a sottolineare la centralità
dell’edificio e del suo significato simbolico.
In ogni caso, l’influenza che il
Tempietto esercitò sulle opere costruite durante i 350 anni che seguirono fu
incalcolabile: dalla sua idea venne l’ispirazione per la cupola di Michelangelo
in San Pietro, ma anche per quella del Campidoglio di Washington o per il
Pantheon di Parigi, solo per citare gli esempi più eclatanti. Come risultato
finale, insomma, questo piccolo gioiello “incastrato” nel cortile del monastero
di San Pietro in Montorio, ebbe molto più peso e influenza di quanto sia racchiuso
nelle sue modeste dimensioni.
(Gabriella Serio – I Tesori
nascosti di Roma)
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