Lungo il Tevere

gennaio 11, 2022

Soprattutto nei mesi più caldi, muoversi tra le masse umane che intasano il centro storico può diventare una prova di pazienza. Perfino una passeggiata sul Lungotevere può risultare più complicata del necessario, dato che sugli stretti marciapiedi spesso non si riesce proprio a camminare, e nei pochi tratti dove si potrebbe farlo con comodità, si apposta un numero infinito di venditori di souvenir. La soluzione? Cambiare semplicemente livello.


Molti ponti sono dotati di scalette che scendono fino a una larga banchina che costeggia il fiume per chilometri, frequentata dagli amanti del jogging e del ciclismo, ma anche da chi vuole semplicemente fare una romantica passeggiata. 


Nel 1870, dopo che per l’ennesima volta il Tevere ruppe gli argini allagando l’intera città, re Vittorio Emanuele II ordinò la costruzione degli attuali muraglioni. Da allora il fiume si snoda imbrigliato come in un corsetto di pietra e le spesse mura di travertino che lo isolano, tengono lontani anche quasi tutti i rumori e i gas di scarico del traffico che si agita dieci metri più in alto.


Chi, per esempio, scende giù da Ponte Cestio all’Isola Tiberina, ha una splendida visuale dell’unica arcata ancora conservata di Ponte Rotto.


Lì rumoreggia pure una rapida.


Risalendo la banchina controcorrente, si osservano, in un’insolita prospettiva dal basso, cupole, palazzi e ponti, gli anelli sui muri degli argini ai quali un tempo venivano legate le navi e i dipinti temporanei di giovani artisti.


Nei mesi estivi le banchine si riempiono di bancarelle e localini, mentre in inverno, con le piogge, spesso si allagano diventando impraticabili.




(Annette Klingner - 111 luoghi di Roma che devi proprio scoprire)

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