Le Stanze di Sant'Ignazio

gennaio 03, 2020


La passeggiata di oggi “in giro per Roma”, mi porta a visitare un luogo molto suggestivo: le camerette di Sant'Ignazio. Si trovano, proprio accanto alla Chiesa del Gesù, nella piazza omonima, all’ultimo piano della residenza costruita dal santo stesso e da Codacio tra gli anni 1543 e 1544. Era una casa mal costruita, tanto da essere definita dal principe Fabrizio Massimo “una casaccia, quasi una capanna”. Infatti, non resistette alla disastrosa inondazione del 1598, che danneggiò irreparabilmente le sue fondamenta. Quelle che possiamo ora visitare, sono tutto ciò che resta di quel primo edificio.


Quando si decise per la costruzione dell’attuale Casa Professa, furono salvate le stanze, realizzando un complicato sistema di volte sotto di esse, per sostenere il loro peso; quindi si costruì il nuovo palazzo intorno ad esse e infine si provvide a congiungerle al tessuto del nuovo edificio, mantenendole praticamente intatte. In queste stanze sant'Ignazio visse gli ultimi 12 anni della sua vita, scrivendo le Costituzioni della Compagnia e una voluminosa corrispondenza e dove morì, dopo lunghe sofferenze, il 31 luglio 1556. Nelle stanze sono conservati cimeli, suppellettili e una statua di sant'Ignazio.


Prima però di entrare nelle camerette, si passa attraverso un corridoio affrescato dal Borgognone e da una decorazione prospettica del padre gesuita Andrea Pozzo, lo stesso che nella chiesa di Sant'Ignazio ha realizzato la tela della finta cupola. 


Dal corridoio, salendo alcuni scalini, si entra nella prima cameretta, quella dedicata all'accoglienza dei visitatori esterni, molto spesso gli stessi gesuiti missionari provenienti da tutto il mondo e a volte veniva utilizzata anche come piccola sala da pranzo. Tutto il soffitto è quasi interamente originale.


Passiamo nella seconda camera, quella dove il Santo svolgeva la sua vita più intima: dormiva, lavorava e pregava. Dal balconcino di questa stanza, sant'Ignazio era solito trascorrere le notti ammirando la volta celeste. 


La terza stanza, la più grande, che oggi conserva il Ss. Sacramento, era la cappella privata del Santo, usata anche come sala per conferenze e sede delle due prime congregazioni generali della Compagnia di Gesù. È in questa stanza che il 31 luglio del 1556 Padre Ignazio, dopo lunghe sofferenze, morì.


Nel 1990, in occasione della celebrazione del 500° anniversario della nascita di Ignazio, per quasi due anni, più di cinquanta persone hanno lavorato al restauro delle stanze e del corridoio di Andrea Pozzo che le unisce, rendendo così possibile l’apertura al pubblico. 



Si possono visitare gratuitamente da lunedì a sabato dalle 16.00 alle 18.00 e la domenica dalle 10.00  alle 12.00

(Radioromalibera.org testo di Marcella La Gumina tratto dal periodico Radici Cristiane)

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