Il tempio della Pace
novembre 15, 2020I Fori Imperiali sono una distesa
di aree archeologiche di diverse epoche, una contigua con l’altra, alcune
addirittura sovrapposte o ancora nascoste nel sottosuolo. L’area più misteriosa
è senz’altro il foro della Pace, complice il fatto che gran parte della sua
superficie è ancora nascosta sotto la via dei Fori Imperiali. S’intrufola nel
sottosuolo di largo Corrado Ricci, con due aree alla luce del sole, una presso
la chiesa dei Santi Cosma e Damiano e l’altra adiacente al foro di Augusto. Fu costruito
tra il 74 e il 75 d.C., da Vespasiano e Domiziano, che si succedettero
nella realizzazione. Doveva celebrare la pace raggiunta in tutto l’impero dopo
la vittoria nella guerra giudaica e la conquista di Gerusalemme. All’interno
del foro, infatti, sorgeva un tempio dedicato alla pace, dove era nascosto il
grandioso tesoro del tempio di Salomone a Gerusalemme, ricco di oro e oggetti
preziosi, tra cui il candelabro a sette braccia, sacro per gli ebrei.
Non cimentatevi in nessuna ricerca, perché il tesoro è andato completamente disperso, compreso il candelabro, che alcune leggende raccontano perduto nel Tevere, presso ponte Quattro Capi (ponte Fabricio) all’isola Tiberina. Parte di quel tesoro, in realtà, è ancora visibile! Non aspettatevi gemme preziosa e oro, perché troverete solo marmo sapientemente scolpito. Si nasconde nell’arco di Tito, esattamente su uno dei bassorilievi. Si vede il corteo trionfale in entrata a Roma, che trasporta il forziere con il tesoro e il candelabro a sette bracci. Una sorta di antico fermo-immagine in loco, poiché quella processione transitò proprio sotto l’arco.
Torniamo al foro della Pace perché, oltre al tempio, esisteva un lunghissimo porticato, composto di alte colonne marmoree, che racchiudeva un ampio piazzale. Alcune di quelle colonne sono giunte fino a noi, molte ridotte in frammenti e altre ancora coperte dal terreno. Recentissimi scavi archeologici hanno portato alla luce molti reperti e una lunga fossa risalente al medioevo, un misterioso solco lungo trenta metri e largo tre, con scalette e rampe di accesso. Si tratta di uno stabilimento del XIII secolo per lo smontaggio e riciclo dei marmi, di cui era ricchissima la zona, con funzione di cava, dove la materia prima non era ricavata dal sottosuolo, ma frantumata e tagliata, utilizzando antichi resti. In quella fossa sono transitate opere d’arte preziosissime, pezzi di scultura finissima, i marmi del Colosseo e dei templi della zona, e certamente molte delle colonne del misterioso tempio della Pace.
(Claudio Colajacomo - Roma perduta e dimenticata)
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