Curiosità e misteri del Pantheon
dicembre 11, 2020Per la sua grandiosità e
bellezza, capace di attraversare quasi indenne il passare dei secoli, il
Pantheon contende la scena al Colosseo. Storie segrete e misteri lo avvolgono
da secoli. Sappiamo con certezza che fu eretto da Adriano tra il 118 e il 128
d.C., come sostituto di un monumento precedente, costruito in parte in legno e
distrutto da un incendio. La dedica che vediamo oggi sul frontone, infatti, non
fa riferimento al Pantheon odierno, ma a quello costruito, quasi un secolo e
mezzo prima, da Agrippa; informa che il tempio è stato edificato durante il
terzo consolato di Agrippa, che risale al 27 a.C.
Secondo la leggenda, il
fondatore di Roma, Romolo, morì, o meglio, come si addice a un re leggendario,
ascese al cielo trascinato via da un turbine di vento e sul quel luogo Agrippa,
architetto e genero di Ottaviano, scelse di costruire il Pantheon in modo da
stabilire un legame tra il fondatore di Roma, nonché primo re, e Augusto, il
fondatore di una nuova Roma e primo imperatore. Il foro sulla cupola o oculus
potrebbe non essere solamente una geniale trovata architettonica di
alleggerimento, ma simboleggiare quel volo verso il cielo.
Altre leggende
attribuiscono al principe degli inferi la responsabilità dell’oculus. Il
diavolo in persona avrebbe forato la cupola fuggendo dal tempio il giorno in
cui fu consacrato a Cristo. Spetta proprio al Pantheon, infatti, il primato di
primo tempio pagano convertito al culto cristiano. L’imperatore bizantino Foca
nel 609 ne fece dono al papa Bonifacio IV, che da tempio dedicato a tutti gli
Dei lo convertì in chiesa dedicata a tutti i martiri cristiani. Il Pantheon
divenne in questo modo la chiesa di Santa Maria ad Martyrs, nome che mantiene
tutt’oggi, e le statue degli Dei furono distrutte.
Per suggellare la dedica ai
martiri, nei sotterranei furono sotterrate una grande quantità di ossa
recuperate dalle catacombe della città. Questa trasformazione in chiesa è senz’altro
uno dei motivi che ha permesso al Pantheon di giungere ai giorni nostri perfettamente
conservato. Ancora il diavolo è protagonista di un’altra leggenda legata al
fossato che cinge il Pantheon. Satana sarebbe stato tratto in inganno da un
mago, che gli aveva promesso soldi e ricchezze e che invece gli lasciò solo
quattro misere noci, per poi nascondersi nella chiesa. Il diavolo imbufalito per
tale affronto si mise a correre attorno al monumento scavando un solco, fino a
sprofondare tra le fiamme negli inferi.
Chissà se i tanti interventi del diavolo sono
motivati dal fatto che, a differenza di tutti gli altri templi di Roma, il
Pantheon è curiosamente orientato a nord-ovest, con l’ingresso in una direzione
considerata malvagia e infausta non solo dai romani, ma anche dagli Etruschi.
Strano che, con tanto mistero, e lo zampino ricorrente del diavolo, il popolo
romano, famoso per il suo sarcasmo, non abbia soprannominato “corna” i due
campanili che, ancora a fine Ottocento, ornavano la facciata del monumento. Le
brutte aggiunte, disegnate dal Bernini, furono invece soprannominate con il
dispregiativo “orecchie d’asino”.
Superato il portico e le sue gigantesche
colonne e varcato l’enorme portone, una volta entrati è la cupola a calamitare
lo sguardo: è la cupola più grande di tutta la storia dell’architettura,
perfino più grande del “cupolone”, cinque file di cassettoni concentrici che
degradano verso l’alto per terminare con un’apertura circolare, un occhio di
nove metri di diametro da cui filtra la luce. Proprio riguardo all’eccezionale
costruzione della cupola, si racconta che per realizzarla in tempi brevi e con
un unico getto si pensò a uno stratagemma formando una montagna di terra in cui
furono nascoste monete d’oro. Su questa montagna fu calato il calcestruzzo e,
una volta indurito, si chiamarono i romani per togliere tutta la terra
consentendogli di tenere le monete che vi erano state nascoste. Il popolo non
si lasciò sfuggire l’occasione di partecipare a questa ricca caccia al tesoro:
neanche a dirlo, la cupola fu svuotata in men che non si dica.
Leggende a
parte, come scrisse lo storico Dione Cassio, la cupola “assomiglia alla volta
del cielo” ed è probabile che il grande occhio del Pantheon facesse riferimento
a un complesso simbolismo cosmico e servisse proprio per osservare il sole di
giorno e gli astri di notte. Recenti studi hanno confermato che l’oculo aveva
un significato astronomico e politico ben preciso: filtrando dall’apertura, i
raggi del sole andavano, e lo fanno ancora, a colpire la porta d’ingresso
esattamente a mezzogiorno del 21 aprile, ovvero il Natale di Roma. È il
monumento più imitato e copiato. Anche se spogliato nei secoli per impreziosire
altri monumenti, il Pantheon, come del resto il Colosseo, non ha perso la sua
straordinaria imponenza.
Per concludere questa passeggiata virtuale tra i
segreti del Pantheon, ricordiamo i personaggi che hanno avuto l’onore di essere
inumati all’interno di questa chiesa unica al mondo: due re della breve storia
monarchica d’Italia, Vittorio Emanuele II e Umberto I, quest’ultimo insieme
alla consorte regina Margherita di Savoia;
Raffaello Sanzio insieme a due suoi
allievi, Giovanni da Udine e Perin del Vaga; i pittori Annibali Carracci e
Taddeo Zuccari, il violinista Angelo Corelli, lo scultore Flaminio Vacca e
l’architetto Baldassarre Peruzzi.
(Claudio Colajacomo - Roma
perduta e dimenticata)
(Giulia Fiore Coltellacci - 365
giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(Gabriella Serio – Curiosità e
segreti di Roma)
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