Anfiteatro Castrense
luglio 14, 2020
Percorrendo viale Castrense, in
direzione San Giovanni, all’incrocio con via Nola, scorgiamo un particolare
tratto delle Mura Aureliane. Il muraglione, oltre ad avere un insolito
andamento circolare, è composto da un’elegante serie di archi e colonne murate.
Una decorazione inopportuna per una muraglia austera, il cui unico scopo era
intimidire e respingere gli aggressori di Roma! Rappresenta quanto rimane dell’anfiteatro
castrense, inglobato nel percorso delle mura per velocizzarne la realizzazione.
Una scorciatoia costruttiva utilizzata anche presso la piramide Cestia, Porta
Maggiore e il Castro Pretorio. Si tratta del secondo anfiteatro giunto fino a
noi, un piccolo Colosseo, a uso privato di una villa imperiale, edificata nella
zona. Fu costruito tra il II e III secolo su modello del Colosseo, ma
realizzato in mattone e non in travertino. Si elevava su tre piani ed era coperto
con drappi di tela sorretti da pali posti al piano superiore. Un lungo cunicolo
collegava l’anfiteatro con la villa dove oggi sorge la chiesa di Santa Croce in
Gerusalemme.
C’era persino un circo. Qualche residuo si può vedere ancora oggi
dietro la chiesa. L’inclusione all'interno delle mura ne determinò la chiusura
e la decadenza ma, allo stesso tempo, ne permise l’ottima conservazione. Un dettaglio
bizzarro e inaspettato: l’interno dell’anfiteatro è visitabile, ma al posto di
gladiatori e leoni troverete pomodori, zucchine e melanzane! È l’orto del
convento, curato dai frati della chiesa di Santa Croce.
(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
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