Curiosità dall'Aventino

marzo 18, 2020


È diventato quasi un rito mettersi in fila davanti al grande portone verde di piazza Cavalieri di Malta all'Aventino. Non c’è turista che non finisca per arrivarci, qualcuno condotto dalle guide, altri accompagnati da volenterosi parenti o amici, soprattutto quando si percepisce che il nostro amico visitatore ancora non conosce che cosa lo aspetta. Si tratta di mettersi in fila e guardare dal buco della serratura, la sorpresa è assicurata! 


L’occasione è buona per visitare Santa Sabina, Sant'Anselmo e S. Alessio, tutte in fila dopo un pregevole affaccio sul Tevere dal giardino degli Aranci. Ma a proposito di file, si ricorda come fossero in tanti, a mettersi in fila, proprio nel giardino presso Santa Sabina, anche in passato detto degli Aranci; almeno tanti quanti sono quelli che aspettano il turno per sbirciare dall'ormai famoso buco della chiave di Piazza Cavalieri di Malta. Venivano ad ammirare i primi aranci apparsi a Roma, appena piantati in quell'orto dai padri domenicani.

 
Si, perché a Roma non si conoscevano gli aranci prima dell’anno 1200. Fu, infatti, nell'orto del Convento di S.Sabina, all'Aventino, che S.Domenico, nel 1220, piantò il suo famoso arancio. Sembra che egli avesse portato un pollone dalla sua terra spagnola e che tale specie di frutto sia stato il primo ad essere trapiantato in Italia.


Il fatto certo è che l'albero antico (visibile da un piccolo foro protetto da vetro ricavato nella parete di fronte al celebre portone di legno del V secolo), ora secco, a distanza di cinque secoli e mezzo fiorisce e dà ancora frutti attraverso un altro albero su di esso miracolosamente nato. Secondo la tradizione, a questa pianta apparterrebbero le cinque arance candite che S. Caterina, nel 1379, offrì al pontefice Urbano VI.


(Willy Pocino - Le curiosità di Roma)
(Rinaldo Gennari - Stravaganze romane)

You Might Also Like

0 commenti

POST POPOLARI