Le Sibille di Raffaello
gennaio 08, 2020Per chi
vuole vedere le più belle Sibille di ogni epoca, il consiglio è di andare a
Santa Maria della Pace, in uno degli angoli più suggestivi ed eleganti di Roma.
Una volta in chiesa, oltrepassato il caratteristico portico semicircolare di
Pietro da Cortona, le celebri indovine compariranno in alto sulla destra,
intorno all'arco che conduce alla Cappella Chigi. Sono di Raffaello e per molto
tempo rappresentarono l’unica opera pittorica del maestro a poter essere sempre
accessibile e ammirata da tutti, visto che le stanze vaticane erano riservate
solo a pochi eletti. Furono commissionate
nel 1514 dal banchiere senese Agostino Chigi, insieme alle figure dei Profeti
della sovrastante lunetta che l’urbinate, però, fece solo in tempo a disegnare,
poi rifinite ad affresco da Timoteo Viti.
“Profetesse” prese in prestito dal
mondo pagano, le Sibille di Raffaello sono la Cumana, la Persica, la Frigia e
la Tiburtina. Ognuna è rappresentata in atto di ricevere una rivelazione da un
angelo, le cui verità divine vengono annotate su tabelle e rotoli di carta: “egli
avrà il destino della morte”, sta scrivendo la Sibilla Persica, riferendosi
alla venuta del Messia. Le quattro sono dipinte come giovani fanciulle, ad
eccezione dell’ultima a destra. Si tratta della Sibilla Cumana, che nonostante
il dono dell’immortalità, racconta il mito, si dimenticò di richiedere anche l’eterna
giovinezza. Al centro della composizione si vede anche un piccolo putto
biondissimo, reggente una fiaccola, simbolo della luce profetica.
(Gabriella Serio - I tesori nascosti di Roma)
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