La pornocrazia 3^ parte
marzo 11, 2020Doveva scendere da quella locomotiva, di per sé già
vecchia rispetto al Frecciarossa. Senza volerlo, fu proprio il suo nemico
Giovanni X a facilitarle le cose, organizzando una rivolta contro Alberico che,
costretto a scappare da Roma, fu ucciso a Orte dal popolo inferocito. A detto
di tutti, la moglie non mosse un dito per difenderlo. Mai vedova fu più allegra
di Marozia. Liberatasi del primo marito Alberico, senza neanche doversi
sporcare le mani, era pronta a sedurre un miglior partito. Quello più
appetibile sulla piazza era Guido di Toscana. Aveva tutti i requisiti del
marito ideale: era potente, era anziano e, soprattutto, era il fratello del
nuovo re d’Italia, Ugo. Scacco matto a papa Giovanni X, per il quale le cose
cominciano a mettersi davvero male. Anzi malissimo. Nel 928 Marozia e il nuovo
marito partirono armati alla volta di Roma, assaltarono le mura aureliane, penetrarono
in città e assediarono il Laterano. Per il papa fu la fine: catturato, deposto
e rinchiuso a Castel Sant'Angelo, morì l’anno seguente. Qualcuno parlò di
avvelenamento e, come già per papa Sergio III, anche in questo caso la sospettata
numero uno fu Marozia. Ma le se ne infischiava dei pettegolezzi e dei sospetti
visto che era la nuova, unica e incontrastata signora di Roma. Riprese la buona
vecchia abitudine di famiglia di occuparsi in esclusiva e in prima persona dell’elezione
del pontefice. Il criterio di selezione era lo stesso brevettato dalla madre
Teodora: scegliere rigorosamente personaggi insulsi, con poco carattere e
facilmente manovrabili come il vecchio Leone VI, durato sette mesi e secondo
alcune indiscrezioni anche amante di Marozia e Stefano VII ricordato solo per
non aver fiatato quando la donna diede l’ordine di uccidere Giovanni X. Fu proprio
sotto il pontificato di papa Stefano che la meretrix Marozia fu nominata
(si fece nominare, per essere precisi) senatrix, senatrice di Roma, non
so se mi spiego. I due papi servivano alla signora solo come segnaposto, ovvero
dovevano scaldare il trono in attesa che il figlio Giovanni potesse essere eletto
papa. Cosa che accadde nel 931, quando il giovane aveva appena ventuno anni.
Il
rampollo, salito al soglio di Pietro con il nome di Giovanni XI, era un
raccomandato di ferro: non solo era il pargolo di Marozia, ma era anche figlio
d’arte visto che il padre era stato a sua volta papa, quel Sergio III che aveva
avviato la carriera della nostra Dark Lady. Con il figlio piazzato al
posto di comando, Marozia aveva raggiunto il potere assoluto, tanto più che
Giovanni era totalmente succube di mammà. La signora si trasferì a vivere in
Laterano come una papessa, tirannica e ubriaca di potere e secondo le voci di
corridoio, comandava a bacchetta non solo il figlio, ma anche il marito Guido
il quale, proprio quando la moglie arrivò all'apice del successo, pensò bene di
morire, lasciandola priva di protezione militare. Marozia, però, aveva da
sempre puntato su ben altre armi per vincere le sue battaglie, armi prettamente
femminili, quelle di seduzione nella fattispecie. E morto un marito, se ne fa
un altro. Possibilmente ancora più potente. Per dovere di gossip devo segnalare
alla vostra attenzione la diceria secondo la quale anche Guido di Toscana morì
avvelenato, ovviamente da Marozia. (...continua)
(Giulia Fiore Coltellacci - Storia pettegola di Roma)
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