L'ex Pastificio Cerere

novembre 16, 2021

L’ex Pastificio Cerere, nel quartiere di San Lorenzo, è tutto un viavai di pittori, scultori, fotografi, galleristi, attori e musicisti. Un vero e proprio villaggio di artisti, qualcuno anche molto celebre, dentro la città. Da tempo il grande complesso industriale, costruito nel 1905 tra via degli Ausoni, via Tiburtina e piazza dei Sanniti, ha smesso di produrre bucatini per far posto a un polo culturale di prim’ordine per l’arte contemporanea. Tutto ebbe inizio nel 1960, quando la fabbrica chiuse i battenti e la struttura rimase in uno stato di abbandono pressoché totale. Sul finire degli anni Settanta, però, venne scoperta da un giovane gruppo di amici, tutti artisti alle prime mostre, conquistati dagli spazi grandi e luminosi, ideali per lavorare. Erano in sei, appena usciti dall’Accademia di Belle Arti di Roma, allievi di Toti Scialoja, e decisero di ritrovarsi, forse per necessità, forse per inconscia voglia di comunanza, sotto lo stesso tetto dando il via a uno dei più particolari fenomeni aggregativi degli ultimi decenni: la Nuova Scuola Romana o Scuola di San Lorenzo.


I nomi? Lo scultore Nunzio e i pittori Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli, celebrati nell’estate del 1984 dalla mostra Atelier concepita da Achille Bonito Oliva. Un’iniziativa, questa, che stravolse le consuetudini fruitive dei musei e delle gallerie perché vennero incredibilmente aperti gli studi di San Lorenzo al pubblico, che per alcuni giorni poté penetrare nell’intimità della creazione artistica. Fu un successo. Cominciarono ad arrivare galleristi, direttori di musei, collezionisti. Ma anche un sempre crescente numero di artisti che da tutte le parti del mondo desideravano respirare l’aria di questo luogo unico nel suo genere e aprirvi i propri atelier. Passati gli anni il fenomeno crebbe, così che oggi l’ex Pastificio Cerere si presenta brulicante di artisti di generazioni e modi distanti e differenti. Attualmente, accanto al cosiddetto gruppo degli “storici” nominato prima, vi risiedono e lavorano anche altri artisti, ognuno dei quali ha preso in affitto uno spazio (ambienti ambitissimi anche da attori, giornalisti e registi che subiscono il fascino esclusivo dei loft), contribuendo in questo modo anche alla rinascita completa della struttura che, non da ultimo, rappresenta un interessante esempio di archeologia industriale.

(foto presa da Internet)
E infatti qua e là si incontrano ancora pezzi dei vecchi macchinari, per salire da un piano all’altro si utilizzano vecchi e suggestivi montacarichi, altrimenti ci si può sempre perdere nel labirintico susseguirsi di scale e ballatoi. Negli stanzoni un tempo destinati allo stoccaggio del grano o alla lavorazione della semola, trovano inoltre posto la Scuola Romana di Fotografia diretta da Angelo Calligaris, l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata e una raffinata galleria d’arte diretta da Pino Casagrande. Dal 2005, poi, si è registrata una svolta particolare. In occasione dei cento anni dalla sua costruzione, l’ex Pastificio Cerere ha rafforzato la propria vocazione culturale diventando una fondazione senza scopo di lucro, con l’intento di creare un nuovo punto di riferimento per la divulgazione e promozione dell’arte contemporanea. Lo scopo principale è quello di rendere fruibile a tutti l’enorme patrimonio di conoscenza e creatività che anima la vita del Pastificio da più di trent’anni attraverso cicli espositivi, laboratori, mostre personali e collettive con un’attenzione particolare rivolta ai giovani artisti. Cuore della fondazione sono i vecchi silos dove un tempo si conservava la farina per fare la pasta. Insomma, l’antica fabbrica è di nuovo attiva e sforna arte a tutto spiano.


(Gabriella Serio - Curiosità e segreti di Roma)

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