Ponte Quattro Capi

aprile 07, 2020


Ponte Fabricio, detto anche Ponte Quattro Capi, collega l’Isola Tiberina con la riva sinistra del Tevere. Costruito nel 62 a.C. dal curator viarum Lucio Fabricio, è chiamato da sempre “Quattro Capi” per i due busti con quattro teste che stanno sulle spallette all'inizio del ponte


e che hanno un’insolita spiegazione. La leggenda racconta, infatti, che il ponte fu restaurato nel Cinquecento. L’opera fu affidata a quattro architetti che durante i lavori litigarono continuamente arrivando addirittura a sabotare l’operato l’uno dell’altro. La continua ostilità tra i quattro provocò l’ira del papa Sisto V che, una volta terminati i lavori, decise di punire gli architetti per il loro indegno comportamento condannandoli alla decapitazione. A monito dei posteri poi, secondo la leggenda, sarebbero stati messi quei busti che raffiguravano i quattro litiganti.


Questo è quello che racconta la leggenda. La realtà, invece, è molto diversa, per fortuna. Sisto V, infatti, fece fare sul ponte solo dei normali lavori di manutenzione che si svolsero tranquillamente e le erme sui parapetti sono invece molto più antiche. Risalgono al I secolo, e i “quattro capi” raffigurano Giano bifronte, divinità romana dalle molteplici “attività”, fra le quali anche la protezione dei commerci e, proprio a pochi passi, in tempi antichi, si trovavano il mercato del pesce (Foro Piscatorio) quello ortofrutticolo (Foro Olitorio) e quello della carne (Foro Boario). Detto questo, però, bisogna ammettere che le leggende sono spesso più intriganti della verità e quella di Ponte Quattro Capi, è perfettamente plausibile conoscendo il carattere duro di Sisto V. Insomma, sarà una leggenda quella di questo ponte, ma se fosse vero non ci sarebbe da stupirsi!

(Giulia Fiore Coltellacci - I luoghi e le storie più strane di Roma)
(M. Silvia Di Battista - Roma curiosa vol. 3)

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