Il Cortile museo di Palazzo Mattei di Giove

marzo 07, 2022


Al numero 32 di via Michelangelo Caetani, un maestoso portale dà accesso ad uno dei più spettacolari cortili di Roma, dove si trova esposta, come in un museo all’aria aperta, una splendida collezione di sculture antiche. Si tratta della singolare corte del palazzo Mattei di Giove, il sontuoso edificio costruito tra il 1598 e il 1618 da Carlo Maderno per Asdrubale Mattei e considerato uno dei suoi lavori più riusciti. Uomo colto e raffinato, il nobile Mattei possedeva forse la più ricca raccolta romana di antichità dell’epoca che sfoggiava orgoglioso in questo palazzo di città, gli orti sul Palatino e la residenza “di campagna” sul Celio, Villa Mattei, in seguito chiamata Celimontana.


Era un modo per affermare il proprio status e richiamare alla memoria il fasto del passato. Oggi ormai questo eccezionale patrimonio artistico è andato per lo più disperso tra vari musei e l’unica parte che ancora rispecchia fedelmente la collocazione originaria è proprio quella sistemata dal Maderno, sopravvissuta intatta in quanto incorporata ad arte nel cortile, nella loggia e nella scalinata dell’aristocratico edificio.


In molti casi, infatti, è praticamente impossibile rimuovere le sculture dalle pareti se non danneggiandole gravemente. Si racconta che la scelta decorativa del cortile sia stato il risultato di un compromesso tra Asdrubale e la sua sposa Costanza Gonzaga: il padrone di casa poteva inserire all’esterno tutti gli elementi pagani che voleva, ma in cambio gli spazi interni dovevano essere ispirati irreprensibilmente all’ortodossia biblica.


E difatti le sale di rappresentanza del palazzo sono copiosamente decorate da scene tratte dal Vecchio Testamento eseguite peraltro da artisti di gran fama tra i quali due nomi, in particolare, si impongono sugli altri: Pietro da Cortona, alle prese con la sua prima commissione importante, e Giovanni Lanfranco. Purtroppo, però, difficilmente questi ambienti sono accessibili ad un pubblico occasionale: il palazzo, infatti, è oggi sede del Centro Studi Americani e i saloni delle feste sono stati trasformati in severe e silenziose biblioteche. Ciononostante, anche solo ammirando la corte ci si può facilmente rendere conto della pompa e degli effetti scenici di una Roma già barocca.


Tutte le pareti sono tappezzate da antichi frammenti di sarcofagi, iscrizioni e bassorilievi inquadrati da ricche cornici seicentesche di stucco. A intervalli regolari son collocati busti di imperatori romani e medaglioni di sovrani bizantini.


Ai lati, si vedono anche nove grandi statue provenienti dalla villa Celimontana e scampate alla vendita. Ovunque spiccano lo stemma della famiglia Mattei e l’aquila dei Gonzaga. Passando poi attraverso un arco si può entrare in un secondo cortile, un tempo tenuto a giardino, dove si trovava una grotta con una bella fontana.


Demolita nel 1682, è oggi sostituita da un modesto zampillo che sgorga dalla bocca di un grande mascherone e ricade in un raffinato sarcofago sottostante.



(Gabriella Serio - I tesori nascosti di Roma)

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