L'Arco di Dolabella
giugno 11, 2020
Accanto all'ingresso di Villa
Celimontana, un arco di travertino è incastonato tra case medievali e ruderi
romani. Si tratta dell’Arco di Dolabella, secondo un’iscrizione quasi del tutto
cancellata, la quale cita i nomi dei consoli Sillano e Dolabella, promotori del
restauro, dieci anni dopo la nascita di Cristo. L’arco, con molta probabilità,
fa parte di una delle antiche porte della città, comprese nelle Mura Serviane,
risalenti al IV secolo a.C. Gli studiosi concordano con questa teoria, ma non
su quale porta si tratti. Porta Celimontana o Querquetulana? In realtà solo
recentemente si è stabilito che, delle due porte che si aprivano nelle mura
serviane, sul lato orientale del colle Celio, la Porta Celimontana era quella
più occidentale, mentre la Porta Querquetulana era quella orientale. Il nome di quest’ultima deriva dall'antico nome
del Celio che era Querquetulum, cioè “coperto di boschi di querce”; si poteva
pertanto supporre che le due porte fossero state aperte in tempi successivi,
prima la Querquetulana e poi, quando le querce non c’erano più e il luogo prese
il nome di Caelius, la Caelimontana, quella che vediamo ora trasformata nel
nostro Arco di Dolabella.
La porta è giunta fino a noi grazie a Nerone, il quale fece costruire una diramazione dell’acquedotto Claudio per portare acqua alla sua Domus Aurea. Uno degli archi dell’acquedotto inglobò la porta, preservandola da probabile distruzione, così come accadde per quasi tutte le porte della stessa epoca.
(Claudio Colajacomo – Il giro di
Roma in 501 luoghi)
(Romanoimpero.com)
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