Le salsicce del Pantheon - Horror story

ottobre 23, 2019


In Piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon, è visibile una targa di marmo che ricorda la bonifica fatta eseguire da Pio VII nel 1823, per liberare la piazza dalle innumerevoli taverne putride, stamberghe frequentate da ubriaconi e da malviventi, per restituirla alla sua originale bellezza:

“PAPA PIO VII NEL XXIII ANNO DEL SUO REGNO A MEZZO DI UN'ASSAI PROVVIDA DEMOLIZIONE RIVENDICÒ DALL'ODIOSA BRUTTEZZA L'AREA DAVANTI AL PANTHEON DI M. AGRIPPA OCCUPATA DA IGNOBILI TAVERNE E ORDINÒ CHE LA VISUALE FOSSE LASCIATA LIBERA IN LUOGO APERTO”

Curioso che a guardarci intorno, anche oggi, delle “ignobili” taverne, magari frequentate non più da malviventi, ma da ricchi turisti, siano ancora là. A proposito, però, di quelle ignobili taverne di cui parla la targa, c' è una storiella che val la pena raccontare, una storiella saporita come una leccornia di questa Roma curiosa dei tempi andati, che non finisce mai di stupire. Una leccornia da leccarvi i baffi, ma poi direte <che schifo!>, quando saprete di che si tratta. Le “salsicce del Pantheon” si consumavano in una di quelle “ignobili taverne”, tra un boccale e l’altro di Frascati, davanti all’obelisco-fontana della piazza. La festa del saporito prodotto norcino tenne cartello per vari anni, tutta Roma ghiotta accorreva alla nuvoletta di quel delizioso profumo che attirava come le mosche. I pizzicagnoli erano gestori molto affabili e attiravano i loro acquirenti con quei salumi talmente appetitosi, da diventare i più rinomati in tutta Roma. Vuoi alla padella, vuoi alla brace. Ma avvenne che un bel giorno, tra un boccone e l'altro, i clienti, per una certa voce che correva... seppero che quella che si stavano mangiando non era propriamente carne di porco, ma bensì carne umana. Sembra, infatti, che il sorridente duetto di moglie e marito, quando vedeva avventori ben pasciuti con pance e cosce al punto giusto, li attiravano con scuse di vario genere negli scantinati, dove venivano uccisi a bastonate, bruciati i vestiti e le parti più adatte per la macellazione unite a quelle di maiale in proporzioni mai definite. Parola di Storia, non di leggenda o diceria. Il fattaccio giunse alle orecchie del Bargello. L' esecuzione avvenne con il taglio delle teste. Era l'alba gelida del 3 febbraio 1638 sugli spalti di Castel Sant' Angelo, regnando il papa Urbano VIII Barberini. La cosa curiosa è che quella bottega superstite è ancora oggi una norcineria, frequentata da clienti di ogni tipo, anche quelli paffutelli che, attirati da merci succulente, ne vengono fuori con buste di prelibatezze o di panini imbottiti.


(siti web: archivio La Repubblica 18.03.2000 e  Latina città aperta cat. Archeotour
Bibliografia: Willy Pocino - Le curiosità di Roma)



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