La fontana della Terrina

aprile 19, 2020


In un angolo di piazza Campo de’ Fiori zampilla una bella fontana, alla quale è legata una storia piuttosto curiosa. Fu collocata qui poco più di centoventi anni fa, nel 1898, per ricordare un’antica fontana cinquecentesca, che un tempo faceva bella mostra al centro della piazza, più o meno nel luogo dove ora si trova la statua di Giordano Bruno. L’aveva disegnata Giacomo Della Porta nel 1581, su incarico di Gregorio XIII e posizionata, appunto, al centro di Campo de’ Fiori, sede del più antico e variopinto mercato cittadino.


Una posizione di tutto rispetto in teoria, ma che in pratica fu causa di tutti i suoi mali. Ben presto, infatti, i gestori dei banchi cominciarono a usarla come fontana di servizio, sfruttandola come lavandino per sciacquare frutta e verdura, come abbeveratoio per gli animali e anche come pattumiera. Trovando la cosa indecente, nel 1622 Gregorio XV pensò di risolvere la situazione mettendo un coperchio sulla fontana, trasformandola così in una zuppiera. Il nuovo look non passò inosservato e arrivarono tempestive critiche e prese in giro e il soprannome “la Terrina”. Curiosa la scritta scolpita sul bordo da un artigiano, che suona come un incoraggiamento, un mantra contro ogni forma di scherno: “Ama Dio e non fallire, fa del bene e lassa dire”, una sorta di “non ti curare di loro…” ma zampilla e basta.


O forse ispirata ai condannati al patibolo che sorgeva permanentemente vicino alla fontana. Oggi il fontaniere di Roma non solo farebbe fatica a riconoscere la sua opera, ma avrebbe perfino difficoltà a trovarla visto che non si trova più nella sua collocazione originale. Come mai? Per colpa di Giordano Bruno, o meglio della sua statua piazzata, in segno di tradivo omaggio e risarcimento, proprio dove il frate nolano, accusato di eresia, era stato bruciato vivo, ovvero più o meno al posto della zuppiera.


Era quasi la fine dell’Ottocento quando una commissione di intellettuali di livello internazionale, su suggerimento di un gruppo di universitari, propose di erigere una statua in memoria di Giordano Bruno, iniziativa che scatenò una lotta furibonda tra liberali e cattolici, finita con la vittoria dei primi, dodici anni dopo, nel 1889. Da allora il frate, incappucciato e con la testa bassa, sorveglia la piazza “desideroso della sola compagnia di quelli i quali comandano non già di chiudere, ma di aprire gli occhi”. Del resto, quale luogo migliore per erigere un monumento all'eretico domenicano, se non l’unica antica piazza romana priva di chiese?


Sistemato Bruno, bisognava sistemare la Terrina e il problema fu superato rimuovendola. La fontana non finì subito nella posizione attuale, le toccarono anni di limbo in qualche magazzino comunale, prima di essere ritrovata, quasi per caso, nel 1924 e collocata a piazza della Chiesa Nuova. Certo la nuova collocazione la penalizza molto ed è difficile poterla ammirare; infatti, superato il frastuono del trafficato Corso Vittorio Emanuele II, l’occhio viene inevitabilmente catturato dalle movenze flessuose dell’Oratorio dei Filippini di Francesco Borromini e dalla vicina Chiesa Nuova, inoltre, è incassata nel terreno, sprofondata sotto il manto stradale.


In più non zampilla acqua verso l’alto attirando su di sé l’attenzione come ogni fontana: penalizzata dalla scarsa pressione dell’Acqua Vergine, sembra piuttosto perdere acqua dai lati, come fosse una zuppiera bucata. Per avere quindi, più o meno, un’idea di come dovesse apparire la fontana prima della copertura, dobbiamo tornare a Campo de’ Fiori e ammirare la fontana di cui abbiamo parlato in precedenza che non è altro che una copia di quella seicentesca, sopraelevata sopra un’ampia vasca che, per ironia della sorte, serve di tanto in tanto proprio per rinfrescare i fiori de vicino chiosco.



(Giulia Fiore Coltellacci - I luoghi e le storie più strane di Roma)
(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
(Gabriella Serio - Curiosità e segreti di Roma)

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