Ponte Risorgimento
dicembre 15, 2021La storia di ponte Risorgimento
ha dell’incredibile, anche se fra tutti i ponti di Roma, sembrerebbe quello più
“semplice”, senza statue, senza angeli, senza tanti fronzoli insomma, ma con un
primato assoluto! Fu il primo ponte ad essere costruito in cemento armato e ad
un'unica campata. Ma andiamo con ordine. Venne costruito nel 1911, per
collegare piazza delle Belle Arti con quella del Monte del Grappa, in occasione
delle celebrazioni organizzate per i cinquant’anni dell’Unità d’Italia e venne
dedicato alla memoria di tutti i combattenti del Risorgimento. Inizialmente si
era pensato di assemblare un ponte provvisorio di legno per collegare i due
siti che avrebbero ospitato l’Esposizione Internazionale, ma si pensò anche
che, per quanto più economica, tale costruzione poteva essere controproducente.
Innanzi tutto, il costo, che, pur se minimo, non sarebbe stato ammortizzabile
per il breve tempo di utilizzo; inoltre, si rischiava che con le eventuali
piene del fiume, l’opera sarebbe potuta addirittura crollare, creando ancor più
disagi e danni economici. Il sindaco di allora era Ernesto Nathan, inglese di
origine e, dopo trentasette anni, il primo sindaco a non essere stato eletto
tra gli esponenti dell’aristocrazia cittadina. Egli pensò che un’opera in
muratura, alla fine dell’esposizione, avrebbe potuto diventare un’ottima
occasione per lo sviluppo della città e, alla fine, optò per questa soluzione.
La realizzazione, però, si rivelò piuttosto
complicata e i problemi che si presentavano ai progettisti erano numerosi:
l’ampiezza notevole, la composizione del suolo e, come abbiamo già detto, le
frequenti e disastrose piene del Tevere. La proposta di una società attirò l’attenzione,
soprattutto perché si era impegnata a ricostruire il ponte, a proprie spese,
nel caso di fallimento dell’opera, e a realizzarne temporaneamente uno
provvisorio per collegare le due zone espositive. La convinzione di riuscire
nell’impresa da parte della società G.A. Porcheddu di Torino era data dal fatto
di essere gli unici concessionari per l’Italia di un nuovo incredibile brevetto
proveniente dalla Francia: il cemento armato. Il terreno argilloso e fangoso, si
rivelava troppo instabile e non permetteva di realizzare dei piloni in grado di
sopportare la furia delle acque nei periodi di piena, per questo si pensò di
far compiere alla struttura il salto da una sponda all’altra. Il progetto del ponte fu qualcosa di
rivoluzionario: un’unica arcata di 100 metri, per 160 metri di lunghezza e poco
più di 20 di larghezza e con uno spessore minimo che, nella parte centrale, era
di appena ottanta centimetri.
Era di gran lunga l’opera in cemento armato più ardita mai costruita e gli stessi operai il giorno in cui tolsero le centine, che sostenevano la volta durante la costruzione, si tolsero immediatamente da sotto, nella paura che il ponte crollasse. La domanda che tutti si facevano era: come avrebbe potuto tenersi in piedi un arco tanto grande? E nessuno sapeva dare una risposta, visto che era in assoluto la prima opera del genere. Forse lo stesso Corteo Reale, la mattina dell’11 maggio 1911, quando si ritrovò ad attraversare per la prima volta il nuovo ponte Risorgimento, avrà avuto forti perplessità. Il ponte però, a più di un secolo di distanza è ancora lì e ormai nessuno più pensa al fatto che un tempo era considerato il più avveniristico e ardito in assoluto, celebrato dai giornali di tutto il mondo, che guardava con ammirazione alla Città Eterna, per la sua modernità, al pari delle altre grandi capitali europee.
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da
vedere a Roma)
(Stefano Benedetti – I ponti di Roma in bicicletta)
(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(ilcontrafforte.com)
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