Porta Portese

gennaio 06, 2021

Nel Seicento la città era ancora ben difesa dalle mura Aureliane. L’unico punto debole era sul versante del Gianicolo, pericolosamente vicino al Vaticano e che già nel 1527 avevano mostrato la loro debolezza permettendo l’ingresso dei lanzichenecchi di Carlo V. Fu Urbano VIII Barberini ad avvertire l’urgenza di fortificare il colle del Gianicolo per proteggere la Santa Sede (e i suoi santi beni) in un momento delicato in cui la sua famiglia era coinvolta nella guerra di Castro contro i Farnese, cui aveva confiscato i possedimenti. Il timore di una controffensiva rese indispensabile e urgente l’intervento. Porta Portese, che dall’aspetto sembra più un arco di trionfo, fu creata ex-novo, nel 1644, in sostituzione dell’antica Porta Portuensis, dal nome della via, Portuense, che qui inizia e che dall’antico porto fluviale conduce sino alla foce del Tevere, in quella località chiamata Porto, che oggi conosciamo come Fiumicino. Bartolomeo De Rossi riceve la commissione da Urbano VIII, ma è Innocenzo X a mettere il proprio stemma sulla porta, che comunque appare incompiuta per l’assenza di una serie di elementi architettonici.


La costruzione delle mura e delle porte provocò la distruzione del cimitero ebraico, che si trovava proprio qui. Urbano VIII concesse alla comunità di trasferirlo su un terreno all’Aventino, poi noto come “l’ortaccio degli ebrei”. Ma neanche lì ebbero pace, visto che furono sfrattati durante il Ventennio e oggi al posto del cimitero, o meglio sopra di esso, si trova nientemeno che il profumatissimo Roseto Comunale. Ogni domenica, a partire dal trionfale arco, si svolge il famoso mercato di Porta Portese.


Superato viale Trastevere, per la cui realizzazione è stato abbattuto un intero bastione, le mura cominciano a salire verso il Gianicolo.


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(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma)
(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giorni indimenticabili da vivere a Roma)

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