Le Catenarie
agosto 20, 2020
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È uno degli ultimi grandi segreti
di Roma, eppure è sotto gli occhi di tutti da oltre settant'anni. Basta alzare
lo sguardo al cielo per scoprire che, al di sopra dei tetti, si dipana un filo
che percorre la città per chilometri e chilometri. Pochi lo hanno mai notato,
mimetizzato com'è nel paesaggio urbano, nonostante attraversi strade e luoghi
molto frequentati come Fontana di Trevi, via del Corso, via Arenula, via
Nazionale, via della Conciliazione, piazza Cavour, Castel Sant'Angelo, piazzale
Flaminio, via Nomentana, piazza Istria, viale del Policlinico e piazza Re di
Roma. Quel filo – detto “catenaria”, perché nelle lunghe tratte aeree è
sostenuto da un secondo cavo più resistente, con il quale forma appunto una
sorta di catena - è parte del sistema realizzato nella Capitale, tra la fine
degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40, dal regime fascista per proteggere la
cittadinanza dalle temute incursioni aeree.
Foto Internet metronews.it |
Un’intuizione che divenne triste
realtà pochi anni più tardi, con gli oltre cinquanta bombardamenti che Roma e
la sua gente soffrì a opera delle forze alleate. A quei tempi nessun
telecomando radio poteva attivare un sistema così complesso, le sirene erano
grandi e funzionavano con potenti motori elettrici. L’unico modo era quello di
collegare fisicamente tutte le sirene con l’intricata rete, fatta di cavi
ridondanti e intrecciati in modo che l’abbattimento di uno o più tralicci non
compromettesse l’intero sistema di allarme cittadino. Sulla medesima rete scorreva anche un
importante canale di comunicazione per le principali sedi istituzionali, i
centri di emergenza e gli ospedali. Infatti, quell'antico cavo con i suoi
caratteristici tralicci ramificati collegava in una fitta rete tutti i “Palazzi
del potere”: da Palazzo Chigi al Quirinale, dal Consiglio di Stato alla Corte
di Cassazione, passando per ministeri, Vaticano, Ambasciata USA e RAI di viale
Mazzini. Raggiungeva, inoltre, luoghi nevralgici della città come la Questura,
il Comando dei vigili del fuoco, alcune caserme e commissariati di Polizia, stazioni
di Carabinieri, ospedali e scuole (i licei Giulio Cesare, Avogadro, Tasso, Azzarita
e Mamiani). Questo “filo di Arianna” è stato seguito ed è oggetto di studio, da
qualche decennio, di alcuni ricercatori, già sulle tracce delle sirene antiaereo
della Seconda Guerra Mondiale. Il sistema di allarme antiaereo nella Capitale
era composto da una cinquantina di sirene, delle quali circa 30 ancora presenti
sui tetti. La centrale di controllo era nei sotterranei del Viminale, con una
sottostazione a Palazzo Valentini. Aguzzando la vista, qualcuna di loro è
ancora visibile sulle terrazze di alcuni palazzi: una è posizionata in piazza
Istria, sul un alto palazzo tondeggiante all'angolo con via Panaro; un’altra,
invece, è in cima a Palazzo Federici, in via XXI Aprile, famosa ambientazione
del film “Una giornata particolare” di Ettore Scola, con la Loren e Mastroianni.
Foto da Internet |
Le sirene di Roma sono state spente nel 1975. Dopo la guerra erano rimaste in
funzione per l’allerta nucleare e venivano attivate solo per il test di
mezzogiorno.
(Claudio Colajacomo - I love Roma)
(Metronews.it)
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