Il Porto di Ripa Grande

marzo 09, 2022

Roma, con i suoi oltre duemila anni alle spalle, bisogna sapersela immaginare in alcuni suoi angoli, oggi scomparsi, magari basandosi su pochi particolari sopravvissuti. È il caso, per esempio, del Porto di Ripa Grande, di cui oggi non è rimasto praticamente nulla, se non la grande doppia scalinata che scende alla banchina, di fronte al grande complesso del San Michele. Il porto scomparve quando furono costruiti i muraglioni per arginare le piene continue e disastrose del Tevere, e a suo ricordo venne posta, alla fine degli anni Venti, una delle fontanelle rionali di Pietro Lombardi, che con alcuni suoi elementi, la ruota del timone o i tipici maniglioni dove venivano attraccate le barche, richiama appunto l’antica presenza del porto in quella zona.


Il porto era punto di arrivo e partenza delle merci che arrivavano via mare fino ad Ostia e da qui risalivano il fiume fino alla città. Originariamente chiamato Porto di Ripa Romea divenne, fin dal Quattrocento, semplicemente Ripa Grande, mentre l’altro porto di Roma, più piccolo, chiamato di Ripetta, era riservato al traffico fluviale proveniente dall’alto corso del Tevere. Da piccolo approdo, usato principalmente dal papa per recarsi presso la tenuta di caccia della Magliana, nel 1697, su impulso di Innocenzo XII, il porto vide lo sviluppo più grande, con la costruzione dei palazzi dell’Istituto di San Michele a Ripa, e una serie di magazzini e locali per uffici e rimessaggio.

Ettore Roesler Franz - Pescatori a Ripa Grande (foto Internet) 
Furono inoltre allargate le banchine e sistemate con attracchi che permettessero l’approdo di centinaia di imbarcazioni contemporaneamente. La cosa curiosa era che i carichi, per arrivare a Roma, risalivano la corrente trainati da bufali o da schiere di uomini, chiamati “pilorciatori”, direttamente dalla riva.


Un apposito campo, detto la “bufalara”, tra la sponda del Tevere e via Portuense, era riservato agli animali, lasciati pascolare prima e dopo la faticosa funzione. Verso la metà dell’Ottocento questo faticoso incarico fu assunto da rimorchiatori a vapore. Agli inizi del Settecento fu costruito per volere di Clemente XI, l’arsenale pontificio, per la costruzione e la manutenzione di navi della flotta papale.


Ancora visibile, è attualmente adibito a magazzino di materiali da costruzione, nonostante il MIBACT nel marzo 2018 abbia firmato un accordo con la Fondazione la Quadriennale di Roma, per una utilizzazione pubblica a forte valenza culturale. Infine, nei primi anni dell’Ottocento, Pio VII fece costruire, nei pressi del porto, persino un piccolo faro finemente decorato, che orientava le imbarcazioni nelle ore notturne.


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(lazio.beniculturali.it)
(Claudio Colajacomo – Il giro di Roma in 501 luoghi)
(Claudio Colajacomo – I love Roma)
(M. Silvia Di Battista – Roma curiosa vol. 2)
(Sabrina Ramacci – 1001 cose da vedere a Roma)
(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)

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