Il Vicolo Scannabecchi (Scanderbeg)

aprile 20, 2021


Passeggiando tra la fontana di Trevi e il Quirinale, mi imbatto in un vicolo dal nome curioso e anche un po’ strano: vicolo Scanderbeg. Strano perché siamo in pieno centro storico e non è così usuale trovare in questi luoghi vie o piazze intitolate a personaggi stranieri. Così curiosa come sono, vado ad approfondire. Scopro infatti che questa fu la prima strada in assoluto a prendere il nome da una personalità straniera, ma vista la difficoltà di pronuncia, fu subito ribattezzata dai romani in “vicolo Scannabecchi”. Una volta dimenticato il reale motivo di tale denominazione, per lungo tempo si pensò che facesse riferimento a un ipotetico negozio di polli della zona. E invece il vicolo prende il nome da un famoso condottiero di origini albanesi: Giorgio Castriota Scanderbeg, nato a Croia nel 1405 e morto nel 1468. Un eroe leggendario, che durante l’occupazione ottomana, fu rapito, deportato e iniziato dai turchi alle arti militari. Sfruttò queste sue abilità militari e, tornato in Albania, riuscì a riconquistare tutti i territori che l’impero ottomano aveva occupato e fronteggiare l’avanzata islamica verso Roma. Durante il 1459 giunse in Italia per aiutare Ferdinando I a riprendersi il trono di Napoli. Arrivato a Roma ne restò affascinato e acquistò un palazzetto in un vicolo nei pressi del Quirinale. La presenza di un eroe così leggendario in quel luogo determinò che, dopo la sua morte, il vicolo e la piazza su cui affacciava il suo palazzo ne prendessero la denominazione. Non sappiamo però che aspetto avesse il palazzo all’epoca; quello che oggi vediamo è il risultato di un restauro del 1843. Ma un particolare del palazzo originale è rimasto: un ritratto di Giorgio Castriota sopra la porta d’ingresso, tutt’ora visibile grazie ai restauri effettuati dagli eredi, ancora in vita, del condottiero. 


Sembra, infatti, che il principe avesse lasciato precise disposizioni in merito. L'edificio ha ospitato per anni il Museo delle Paste Alimentari prima che questo venisse trasferito in Via Flaminia. Oggi ospita invece l'albergo di lusso Palazzo Scanderbeg. Un’altra raffigurazione, ancora più celebre, dello Scanderbeg si trova in piazza Albania, tra viale Aventino e la Piramide Cestia: è un ritratto equestre bronzeo, realizzato dallo scultore Romanelli nel 1940 e che, nella lunga iscrizione sul basamento, ricorda le gesta del personaggio e il suo legame con la città di Roma. 

Nel bellissimo busto in alabastro, realizzato dall’artista  Ledi Shabani, si nota perfettamente l’elmo, sul quale ci sono due corna. La leggenda racconta che durante un assedio, l’eroe elaborò un piano per costringere i turchi alla ritirata. Per un paio di giorni, fa radunare ai suoi uomini migliaia di capre e, durante la notte, lega delle torce alle loro corna, lanciandole poi all’assalto contro il nemico. I soldati avanzano insieme agli animali e gli ottomani, vedendo un numero illimitato di torce, non avendo capito lo stratagemma, si ritirarono concedendo la vittoria all’esercito albanese.

(Foto @Ledi Shabani Art)
Skanderbeg ritorna vittorioso e trionfante sulle montagne! Sempre secondo la leggenda, da questa storica vittoria, Skanderbeg inizia ad indossare il celebre elmo con le corna di capra, che trova posto in tutte le sue rappresentazioni iconografiche.

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(Fabrizio Falconi - Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma)
(informagiovani.italia.com)
(Ledi Shabani)



 


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