Una S sul muro

luglio 23, 2020



Siamo a Trastevere, proprio sul limitare del vecchio quartiere. Qui viale Trastevere divide il rione in due parti che sembrano appartenere a due mondi diversi. La “nuova” zona di Trastevere, quella che dopo il 1870 fu riedificata, abbattendo le vecchie case e ricostruendone di nuove e la “vecchia” parte, quella che, nelle speranze di chi ricostruì in quegli anni, doveva sparire naturalmente, sostituita pian piano da nuovi e più dignitosi palazzi. Invece – per fortuna – quella zona fatta di povere casette strette l’una all'altra è sopravvissuta e testimonia ancora oggi la Roma sparita di un tempo. Siamo a largo San Giovanni de Matha e la curiosità di cui voglio parlare è sul muro della chiesa di san Crisogono, accanto al portone. Si tratta di una vecchia “S” dipinta sul muro, all'interno di un cerchio. È una di quelle lettere tanto importanti ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, perché indicavano specifiche necessità. Possiamo ancora ritrovarle perché sono state conservate sui muri su cui furono tracciate. La “I” segnalava la presenza di un idrante, la “C” di una cisterna d’acqua, la “U” o “US” l’uscita di sicurezza, serviva cioè ai soccorsi in caso di crollo di un edificio per far uscire i superstiti. Importantissima era poi la “R” che poteva essere anche sostituita dalla parola “RIFUGIO”. Era tracciata accanto a edifici nelle cui cantine ci si poteva riparare nel caso di un bombardamento aereo. Qualche volta il rifugio era anche indicato con una “S”, iniziale della parola inglese shelter (rifugio). 


Eccola la spiegazione della nostra “S” accanto al portone: indicava che in caso di bombardamento ci si poteva rifugiare nei sotterranei dell’edificio, antica parte della prima chiesa che ancora oggi possiamo visitare.

(M. Silvia Di Battista – Roma curiosa vol. 2)

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