Il ponte mai costruito

maggio 01, 2020


Quando si parla di Farnesina, il pensiero va immediatamente al grande palazzo del ministero degli Affari esteri presso il Foro Italico. In realtà, la Farnesina esiste a Roma fin dai primi anni del Cinquecento, quando fu edificata da Baldassarre Peruzzi per conto di Agostino Chigi. Si trova sulla sponda trasteverina, poche decine di metri prima di Ponte Sisto, con accesso da via della Lungara.


Prima della costruzione degli argini, infatti, la villa aveva una splendida terrazza che affacciava direttamente sul fiume. Roesler Franz l’ha immortalata in uno dei suoi acquerelli, riuscendo a catturare non solo la forma architettonica, ma anche l’atmosfera che probabilmente si percepiva nei caldi pomeriggi estivi, quando Roma ha un’aria sorniona e il Tevere scorre lento.


Dopo la morte di Agostino nel 1520, la struttura dal 1526 rimane abbandonata e, dopo aver subito le ingiurie dei Lanzichenecchi durante il sacco di Roma e le devastanti piene del Tevere, viene acquistata dai Farnese, nel 1577, i quali sostituiscono tutti gli stemmi famigliari dei Chigi con i gigli FarnesianiI Farnese incaricarono Michelangelo, di realizzare un ponte privato, per collegare la terrazza della Farnesina con il loro palazzo di famiglia, che si trova esattamente sulla sponda opposta. Facendo due passi in via Giulia a partire da Ponte Sisto, davanti a voi si staglia ancora oggi un elegante arco che scavalca la via: è in marmo, ornato da gigli e, se la stagione è quella giusta, una rigogliosa edera lo ricopre fino a lambire il traffico che scorre nella via.


Ecco un pezzo del ponte che Michelangelo non realizzò mai, ma che sostiene parte dei giardini di palazzo Farnese. Un’ultima curiosità: la fontana detta “del Mascherone”, che si trova proprio all'ombra dell’arco, è stata realizzata con i resti di un’antica fontana romana. Nel 1720 quest’angolo di Roma fu protagonista di un’improvvisata festa di popolo. Quando il corteo che accompagnava il maestro dell’Ordine dei Cavalieri di Malta transitò sotto l’arco, dalla fontana iniziò a zampillare vino. Un flusso inebriante che durò tutta la notte, per la gioia della gente comune, che fece baldoria fino all'alba.



(Claudio Colajacomo - I love Roma)

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