La Linea Clementina

marzo 11, 2022

Entrare nella meravigliosa basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri e pensare di essere all’interno delle antichissime terme di Diocleziano è già di per sé straordinario. Guardarsi intorno e ammirare i tanti capolavori, i quadri, le sculture, i marmi è roba da far girare la testa. Ma, oltre a tutto questo, in questa basilica troviamo una sorprendente particolarità: la cosiddetta “linea Clementina”. Il nome lo deve al papa che l’ha voluta: Clemente XI. Il 6 settembre del 1702, veniva infatti inaugurato dal pontefice un gioiello tecnologico che ancora oggi possiamo ammirare nella sua bellezza e ingegnosa semplicità.


Sto parlando della meridiana che si trova incastonata nello splendido pavimento in marmo della navata, che si distende in diagonale per circa 45 metri, fornita di stelle, intarsi di segni zodiacali, date astronomiche e calendario che, se non fosse per la recinzione che ne isola il tracciato, verrebbe tranquillamente calpestata dai più distratti, che non si accorgerebbero della sua presenza. L’esigenza era quella di regolare ufficialmente gli orologi di Roma, in modo che le campane delle varie chiese, suonassero tutte nello stesso momento. L’incarico di realizzare questo sofisticato strumento astronomico fu dato al Canonico Francesco Bianchini, che oltre ad essere un apprezzato archeologo e storico, era anche un eccellente matematico e astronomo, invitato spesso nei più importanti circoli scientifici d’Europa.


La meridiana di Bianchini fu un totale successo, per la sua assoluta precisione, in un periodo in cui non esistevano orologi, e conoscere l’ora era un’esigenza legata al calendario religioso, alle preghiere del giorno e alle ricorrenze delle festività. Per esempio, la data della Pasqua, secondo i dettami del Concilio di Nicea, deve cadere nella prima domenica di plenilunio dopo l’equinozio di primavera e per la meridiana il calcolo era un gioco da ragazzi. Il meccanismo era talmente preciso che permetteva persino di misurare le impercettibili variazioni dell’asse terrestre. Dopo alcuni interventi di restauro la meridiana è tornata al suo antico splendore: ai lati della grande linea di bronzo che attraversa la chiesa, si possono vedere rappresentati i segni zodiacali delle costellazioni ottenuti con intarsi di antichi marmi policromi,


ma soprattutto ancora si può seguire, se la giornata è soleggiata, il fascio di luce che entra da un foro ricavato a circa 22 metri di altezza nello stemma di Clemente XI. 16 ellissi segnano anche le rispettive posizioni della stella polare negli anni giubilare tra il 1700 e il 2500.


Valse come il più preciso, nonché ufficiale, strumento di misurazione del tempo a Roma, dal 1702 al 1846, quando fu il cannone del Gianicolo che, sicuramente in modo più “fragoroso”, iniziò ad annunciare alla città il mezzodì, grazie all’azione coordinata con l’osservatorio astronomico del Collegio Romano che, oltre al mezzodì, poteva calcolare le altre date cruciali del calendario religioso, mediante l’osservazione della volta celeste.


Il segnale, per gli artiglieri appostati sul Gianicolo, era una grossa palla di vimini che veniva calata da un’asta montata sul tetto della chiesa di Sant’Ignazio. La meridiana funziona comunque ancora perfettamente nonostante i tre secoli trascorsi dalla sua costruzione e chi si vorrà cimentare nella difficile lettura dello strumento, riuscirà quantomeno a determinare l’ora, il giorno e il mese con relativa facilità.




(Gabriella Serio – I tesori nascosti di Roma)
(Annette klingner – 111 luoghi di Roma che devi proprio scoprire)
(Claudio Colajocomo – I love Roma)

 

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