Il burattinaio del Gianicolo

febbraio 26, 2020


Da oltre cinquant'anni, sul Piazzale panoramico del Gianicolo, volano legnate a tutto spiano e i presenti se la ridono da matti. Grazie a Carlo Piantadosi, che nascosto all'interno di un teatrino di legno verde muove su una piccola scena i suoi burattini, eternamente impegnati in comiche scaramucce. È questo napoletano, classe 1931, il burattinaio di Roma, colui che con ininterrotta passione dà voce a Pulcinella & Co. mantenendo viva un’usanza molto in comune in passato, quella delle “guarattelle”, del teatro popolare di strada. Sotto al palco i bambini fremono: chi è schierato nel passeggino, chi è appollaiato sulla ghiaia a gambe incrociate. Dietro mamme, zii, nonni e padri accennano un sorriso che sa di nostalgia. Carlo Piantadosi ha divertito con i suoi spettacoli intere generazioni di romani. Per lui e sua moglie Agnese, quel baracchino all'ombra degli alberi è come una seconda casa. I burattini un po’ come dei figli. Li accudiscono con estrema cura anche perché, ormai, sono diventati pezzi d’epoca, quelli originali della commedia dell’arte. Una rarità trovarli oggi, i maestri intagliatori sono praticamente estinti. E così se li tengono stretti e li restaurano di volta in volta: Agnese rattoppa i vestiti o ne cuce di nuovi, Carlo li ridipinge. Tempo permettendo, l’appuntamento è tutti i sabati e le domeniche, ma una volta era tutti i giorni. D’estate poi – è la signora Agnese a ricordarlo - si tirava anche fino alle due di notte, perché la piazza diventata un popolare punto di ritrovo dove si andava a prendere un po’ di aria fresca. Oggi come ieri, gli spettacoli sono sostenuti dalle libere offerte degli spettatori perché il Maestro Piantadosi ha sempre creduto fermamente nel buon cuore della gente. Giovanissimo, iniziò la carriera al Pincio rimanendovi per ben dieci anni, allievo e poi assistente, nella scuola del grande burattinaio Francesco Cardoni. Giunse con il proprio teatrino sul Gianicolo nel 1959 e allora la scena fu tutta sua o meglio di Pulcinella, che ama la dolce Gabriella, che incontra il Diavolo e la Morte, che sfugge ai carabinieri, alla fame e al lavoro e che prende a fragorose bastonate il signor Dario Lampa, o Lampa Dario, che dir si voglia. Piantadosi divenne subito una celebrità e lo chiamarono perfino dall’America per uno spettacolo che l’avrebbe impegnato per diversi mesi. Ma lui non andò da nessuna parte: su quel colle aveva trovato ormai la sua dimora. Accettò, invece, di prestarsi come attore nel Rugantino di Pasquale Festa Campanile, per un ruolo, del resto, cucitogli addosso: il burattinaio. E poi, tra un ciack e l’altro, poteva sempre tornare al suo teatrino, cosa che fece puntualmente anche durante le prime tre folgoranti stagioni di Aggiungi un posto a tavola al Sistina, chiamato da Garinei e Giovannini per il personaggio del cardinale. Si scopre, dunque, un passato anche da attore per questo burattinaio che va per i novanta e che ha sempre mantenuto al primo posto i suoi spettacoli all'aperto. A dispetto di tanta fedeltà, a un certo punto provarono a sfrattarlo. Sarebbe stato un delitto se non fosse accorso in sua difesa il riconoscimento ufficiale dei Beni culturali: quel baracchino, ha decretato il ministero, costituisce “una testimonianza superstite di una forma di spettacolo collegato alla storia della commedia dell’arte”.

Curiosità e segreti di Roma – Gabriella Serio

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