I Sofà di via Giulia

gennaio 05, 2022


Una delle prima strade a tracciato rettilineo ad essere aperte a Roma fu via Giulia. Committente fu papa Giulio II, detto anche il “papa guerriero” per la sua propensione al combattimento. Il suo progetto era quello di creare un nuovo e importante accesso a San Pietro, e doveva comprendere anche la ricostruzione del Ponte Neroniano. L’incarico fu dato all’architetto Donato Bramante, nel 1508.  Inoltre, parte del progetto era anche la realizzazione del palazzo dei Tribunali della Curia, la cosiddetta “Curia Julia”, che doveva comprendere tutte le preture e i tribunali della città.


Doveva svilupparsi su pianta rettangolare con perimetro porticato e quattro grandi torri agli angoli e comprendeva l’area compresa tra il vicolo del Cefalo e via del Gonfalone. Bramante, tuttavia, fece appena in tempo a raddrizzare la tortuosa via preesistente, abbattendo, qua e là, alcuni edifici che ostacolavano il percorso (lo chiamavano “mastro ruinante”) che, prima finirono i fondi a disposizione, poi vennero a mancare sia lui che il papa, nel giro di un anno l’uno dall’altro e non se ne fece più niente. Della poderosa struttura erano state gettate solo le fondamenta e certo il famoso architetto, non avrebbe mai immaginato che quel “progetto mancato” sarebbe diventano, nei secoli a venire, un singolare arredo della strada, ribattezzato dai romani come “i sofà di via Giulia”.


Infatti, quei blocchi di marmo che sporgono dai palazzi sovrastanti, tanto ricordano degli enormi sedili, sui quali, nelle calde serate estive, turisti e romani si ritrovano, per riposarsi dalle lunghe passeggiate gli uni e  per piacevoli chiacchierate gli altri.  

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(Giulia Fiore Coltellacci – 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(Gabriella Serio – Curiosità e segreti di Roma)
(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)

 

 

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