Il Piccolo Righetto

giugno 28, 2021


Nell’estate del 1849 Roma era preda di un drammatico bombardamento, scatenato dalle truppe francesi asserragliate sul colle Gianicolo. Le bombe piovevano a ritmo incessante, colpivano indiscriminatamente per portare scompiglio tra la popolazione e forzare i romani alla resa. La città sarebbe capitolata dopo pochi giorni, ma la resistenza fu eroica, fino allo stremo delle forze. Nel tentativo di contrastare l’attacco con ogni mezzo, le autorità della Repubblica romana decretarono che avrebbero pagato un baiocco e mezzo per ogni bomba inesplosa consegnata alle truppe di resistenza. Gli ordigni sarebbero stati riciclati contro il nemico. La notizia fece il giro dei rioni e in poco tempo nacquero squadre di primitivi artificieri che si cimentarono nel pericolosissimo lavoro. A quel tempo le bombe erano lanciate dai cannoni e munite di miccia per ritardar l’esplosione fino a impatto avvenuto. Le bombe più facili da recuperare erano quelle con la miccia intatta, spenta durante il volo verso il bersaglio. Le più pericolose erano quelle che arrivavano al suolo con la miccia scintillante, pochi secondi prima di esplodere. L’abilità degli artificieri era di spegnere la miccia con un panno bagnato, recuperare l’ordigno intatto ed evitare l’esplosione. Righetto era un orfanello trasteverino di soli dodici anni, sempre in giro con “Sgrullarella”, un piccolo cagnolino che lo accompagnava a fare le consegne ai panettieri della città. In quei giorni drammatici, Righetto mostrò tutto il suo coraggio e abilità nel disinnesco. Il 29 giugno un ordigno cadde sulle rive del fiume, pochi metri a valle di Ponte Sisto. Righetto si gettò sulla bomba, ma non fece in tempo a estinguere la miccia ormai cortissima. La fiamma penetrò profonda del ferro, mentre Righetto tentava di liberarsene. Infine, l’ordigno esplose uccidendo il bambino sul colpo. L’evento toccò il cuore dell’intera città, un gesto eroico che commosse anche le truppe impegnate al fronte. Pochi anni più tardi, il Conte Litta, combattente garibaldino, dedicò una statua all'interno del suo palazzo di Milano a quel tenero eroe. Una copia di quella statua è ora in cima al Gianicolo, a pochi passi dal monumento equestre di Garibaldi. È un’opera commovente che ritrae il piccolo Righetto insieme al fedele compagno “Sgrullarella”.



(Claudio Colaiacomo – I love Roma)


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