Palazzo Massimo alle colonne e il miracolo di San Filippo Neri

marzo 16, 2021

Ancora una volta questo maledetto virus che si è abbattuto sul mondo, ci priva di un’occasione unica. La visita annuale di Palazzo Massimo alle colonne, capolavoro dell’architetto Baldassarre Peruzzi. Il 16 marzo è l’unico giorno all’anno in cui è possibile accedere liberamente nel palazzo e visitarne alcuni ambienti, fra i quali la cappella privata della famiglia, nella quale sembra sia accaduto il miracolo della resurrezione per intercessione di San Filippo, detto dai romani “Pippo Buono”.


Ma andiamo ai fatti. Il primo giorno dell’anno 1583 il figlio quattordicenne del principe Fabrizio Massimo, Paolo, si ammala di una intensa febbre, che dura per ben sessantacinque giorni. Filippo va a trovarlo tutti i giorni, anche per consolare il padre al quale lo lega una profonda amicizia. Il 16 marzo, Filippo venne mandato a chiamare urgentemente, dato che il ragazzo era molto peggiorato e prossimo alla morte. Ma il messaggero trovò il prete che stava celebrando la Messa e non riuscì ad informarlo per tempo. Paolo morì e quando Filippo sopraggiunse era già troppo tardi. Si gettò ai piedi del letto, iniziando a pregare intensamente per diversi minuti. Con l’acqua santa cosparse il viso del ragazzo e la sua bocca, soffiò poi su quel volto senza vita, gli pose la mano sulla fronte e lo chiamò forte: “Paolo! Paolo!”. Il ragazzo, come se si fosse svegliato da un sonno profondo, aprì gli occhi dicendo: “Padre, ho dimenticato di riferire un peccato, perciò vorrei confessarmi”. Filippo ascoltò la sua confessione e lo assolse. Poi gli parlò della mamma e della sorella, defunte precedentemente e il giovane rispondeva come fosse stato in perfetta salute.


Alla fine, Filippo domandò a Paolo se fosse pronto a morire sereno e questi acconsentì dicendo: “specialmente per vedere mia madre e mia sorella in Paradiso”. “Và, e che tu sia benedetto, prega Dio per me” gli disse per l’ultima volta Filippo, mentre lo benediceva e Paolo spirò tranquillamente fra le sue braccia. A questa scena assistettero il padre Fabrizio, le sue altre due figlie e vari testimoni. Il miracolo, però, restò un segreto, fino al processo di canonizzazione di San Filippo, nel settembre del 1595, quando il principe Fabrizio lo rese pubblico. La stanza da letto dove avvenne il prodigio fu trasformata in cappella nel XVIII secolo e il 16 marzo 1839 il papa Gregorio XVI volle visitarla. Da allora, ogni anno in occasione della commemorazione della resurrezione, pur breve, di Paolo Massimo, il palazzo viene aperto al pubblico, che può visitare la cappella in cui ancora oggi si conservano un paio di occhiali e una coroncina del Santo Rosario, appartenuti a San Filippo. Ora, credenti o non credenti, l’occasione è davvero unica per visitare il capolavoro del Peruzzi, costruito sui resti dell’Odeon di Domiziano, del quale segue l’andamento curvilineo della facciata.  Il riferimento alle colonne nel nome del palazzo deriva semplicemente dall’esigenza di individuarlo univocamente tra le altre proprietà dei Massimo. Una delle colonne, che si pensa essere appartenuta all’Odeon dell’imperatore Domiziano, è stata collocata nel XX sec. nella retrostante piazza dei Massimi, sulla quale insiste il Palazzo Massimo istoriato, dalle pitture a monocromo ricoprenti la facciata, dipinte probabilmente in occasione del matrimonio fra Angelo Massimo e Antonietta Planca Incoronati.



(tripplus.it - Filippo Neri: il Santo che "risuscitava" i morti)

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