La Porticus Aemilia
gennaio 29, 2022Roma, sappiamo bene, ebbe il suo
primissimo porto nei pressi dell’isola Tiberina, il Tiberinus, che oggi lo
potremmo collocare, più o meno, nell’area davanti al Campo Boario. Ma dopo le
guerre puniche e la conquista del Mediterraneo, fra il III e II sec. a.C. si
rese necessaria la costruzione di una nuova aera portuale. Nasce così l’Emporium,
in quell’ampia pianura più a valle che un tempo era Testaccio, sulla riva
sinistra del fiume. Enorme cittadella portuale, organizzata fin nei minimi
dettagli, progettata dai censori ed edili Marco Emilio Lepido e Lucio Emilio
Paolo, nel 93 a.C.
Differenza delle due aree portuali (foto Internet) |
È strano pensare alla zona di Testaccio così animata e tanto affaccendata, fra arrivi delle merci, sistemazione nei magazzini, rimesse navali e botteghe di ogni genere, soprattutto se si pensa che poi, dal Medioevo fino all’Ottocento, in cui si iniziò a creare un quartiere per gli operai subito a ridosso delle Mura, in questa zona, fino ad arrivare a Porta san Paolo, non c’erano che campi in cui pascolavano le pecore, e la Piramide sullo sfondo.
Passeggiando per il rione, chiuso fra le vie Rubattino, Florio, Vespucci e Branca, mi sono trovata di fronte a quel poco che rimane della gloriosa Porticus Aemilia, pezzi di rudere antichi, che fanno capolino fra palazzi, lampioni e balconi moderni. Dopo anni di totale disinteresse, totalmente ignorata, recitata alla meno peggio e circondata da rifiuti, finalmente dal 2011 una campagna archeologica gli sta restituendo una certa dignità. Ora finalmente denominata “area archeologica” della Porticus Aemilia, è diventata parte dell’offerta culturale e turistica di Testaccio, entrando di diritto in quello splendido progetto di “Museo Diffuso” che vuole raccontare le strade del rione attraverso la vastissima storia di cui è stato protagonista.
(Ilaria Beltramme – La storia di
Roma in 100 monumenti e opere d’arte)
(Claudio Colajacomo – Il giro di
Roma in 501 luoghi)
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