Ghetto: la Casa di Lorenzo Manilio

marzo 20, 2021

Il più antico edificio del Ghetto è la casa di Lorenzo Manilio, costruita dopo la metà del Quattrocento. Come si può vedere è percorsa da una serie di iscrizioni in latino, così perfetto, che furono anche scambiate per originali. Il proprietario del palazzo doveva essere un po’ megalomane, visto che il suo nome compare ben quattro volte sulla facciata, ma soprattutto doveva essere un uomo innamorato della sua città e del suo passato. Apparteneva ad una famiglia di ricchi mercanti romani, comunque discendente dalla gens Manlia, nota nella storia sin dal 390 a.C. quando Marco Manlio Capitolino salvò il Campidoglio dall'assalto notturno dei Galli. In seguito, la famiglia divenne proprietaria, tra l'altro, di una cospicua parte dell'Agro romano, il Fundus Manlianus, che nel tempo prese il nome di Magliana, riportata nei documenti già dall'anno mille. Nella lunga iscrizione, Lorenzo spiega l’omaggio e la dichiarazione d’amore che, come uomo del Rinascimento, ha voluto rendere alla Roma classica: “Mentre Roma rinasce al suo antico splendore, Lorenzo Manilio, in segno d’amore per la sua città e in proporzione ai suoi mezzi, costruì sulla piazza Giudea questa casa che dal suo nome verrà chiamata Manliana, per sé e per i suoi discendenti, nell’anno 2221 dalla fondazione di Roma, all’età di 50 anni, 3 mesi e 2 giorni; fondò la casa il giorno undicesimo prima delle calende di agosto”.


Il 2221 corrisponde al 1468 e proprio il fatto di usare la datazione ab Urbe condita, invece di quella tradizionale, non fa che rimarcare il suo essere un estimatore della Roma antica. Ma la passione per la romanità non finisce qui: oltre al nome del fondatore ripetuto quattro volte (tre in latino e una in greco) sulle finestre è inciso il motto “Ave Roma” e il basamento dell’edificio è cosparso di reperti archeologici: un leone che sbrana un’antilope, un cane che agguanta una lepre e una stele funeraria proveniente dalla via Appia antica.


La casa è costituita da tre diversi fabbricati riuniti appunto dalla grande fascia iscritta. Proprio all’angolo del palazzo si trova lo storico Forno Boccione, un luogo mitico che non ha bisogno di insegna, tanto è famoso per gli ottimi dolci ebraici che sforna da anni: bombe enormi, deliziosi kranz, ginetti, tozzetti alla cannella, tortolicchio, treccia, pizza dolce …ma da non perdere per nessun motivo è la crostata di ricotta e visciole o ricotta e cioccolato. Pezzo forte della pasticceria ebraico romanesca è probabilmente la migliore di Roma. Nel pomeriggio, invece, bruscolini caldi.


(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(Enrico Pucci - Racconti romani)
(romasegreta.it)

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4 commenti

  1. Blog molto ben fatto, belle foto e sintetico.

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    1. Grazie Bob, questo è davvero un gran complimento per me :) la soddisfazione del lavoro che dedico a questa mia grande passione

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  2. Grazie. Un motivo in più per ritornarci, non avevo mai notato le iscrizioni

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    1. Purtroppo a Roma capita spesso di non notare i particolari, siamo troppo "abbagliati" da tutto il resto molto più ben visibile. Per questo mi piace soprattutto andare ad evidenziare questi angoli, questi scorci della città, che sembrano "vecchi ed insignificanti", ma sono invece "antichi e ricchi di Storia". buonissima giornata Salvatore

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